2021: 700 anni di Dante, Sommo Poeta.

Col 2021 si aprono le celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Dante, Sommo Poeta fiorentino che per mezzo dei suoi versi restituì all’Italia la sua più alta forma di eredità culturale.

Nato a Firenze e morto a Ravenna da esule, tutta la sua vita fu legata alle vicende politiche tra Guelfi, fedeli all’autorità temporale dei Papi, e Ghibellini, fedeli all’autorità secolare degli imperatori. Era il duecento, l’età dei grandi conflitti, del miglior fervore letterario e dei grandi slanci patriottici in cui tanta parte ebbe Dante.

L’Alighieri si consacrò fin da subito alla poesia, sperimentando generi, coniando parole e accreditando la nuova lingua che stava andando affermandosi da nord a sud: l’italiano. Penna prolifica e superbo ingegno, seppe raccogliere e armonizzare il retaggio romano e classico, cristiano e europeo, trasmettendolo ai posteri e eternandolo nei suoi celebri versi.

Ma fu molto di più: a lui dobbiamo l’idea stessa dell’Italia, una Nazione unita, libera, padrona di sè, della propria storia e della propria bellezza che si oppone alla corruzione dei banchieri, degli usurai, della simonia papale e del ladrocinio politico. Secondo il Poeta, è stata la capacità eroica ed indomita degli italiani che ha consentito a questa Patria di resistere alle guerre, alle invasioni e alle crisi, rialzandosi ed riuscendo, ogni volta, “a riveder le stelle”.

Ricordiamo oggi, simbolicamente, il giorno che 700 anni fa si riprese il profilo più grande mai esistito, la cui produzione culturale – come ebbe a definirla Boccaccio – resterà per sempre un’opera “Divina”.

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Leo Valerio Paggi
Leo Valerio Paggi
Leo Valerio Paggi per La Voce del Patriota.

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