A Monfalcone nasce un partito islamico; non un’associazione culturale, non un comitato per l’integrazione, ma un partito politico fondato su base religiosa, islamica, in Italia. Nella nostra terra. Una terra cristiana, che affonda le sue radici nella civiltà greco-romana e nella tradizione cattolica.
Siamo di fronte a un campanello d’allarme che suona forte e chiaro, ma che troppi fingono di non sentire. Perché quando una comunità straniera, in gran parte islamica, organizza una forza politica autonoma, non sta cercando integrazione: sta cercando potere. Sta cercando rappresentanza per imporre visioni e valori che nulla hanno a che fare con la nostra identità, con le nostre leggi, con la nostra storia.
Chi oggi si scandalizza per questa denuncia è lo stesso che per anni ha tollerato l’arrivo di masse senza alcun processo serio di integrazione, in nome di un globalismo vuoto e di un multiculturalismo che ha già fallito in tutta Europa. I risultati? Ghetti etnici, poligamia nascosta, donne sottomesse, imam che predicano in arabo contro i “costumi infedeli” dell’Occidente. E ora, pure un partito.
In tutto questo, chi difende l’Italia? Chi difende la famiglia naturale, la donna libera, i nostri bambini che crescono in una scuola dove non si può più dire “Buon Natale” per non offendere qualcuno?
Il diritto di famiglia italiano, fondato sulla parità tra uomo e donna, sulla monogamia e sulla libertà individuale, è incompatibile con certe derive islamiche che alcuni, anche in Italia, tollerano in nome del rispetto culturale. No, non può esserci rispetto per chi vuole sostituire le nostre leggi con regole tribali e religiose.
La politica deve smettere di voltarsi dall’altra parte. Serve una legge che vieti espressamente partiti religiosi che non riconoscano la supremazia della Costituzione italiana e dei valori occidentali. Serve un controllo reale su cosa si insegna nelle moschee. E serve, soprattutto, il coraggio di dire che l’Italia è cristiana. Lo è nella sua arte, nel suo paesaggio, nel suo diritto, nella sua cultura e nel cuore della sua gente.
Difendere le radici cristiane della nostra nazione non è un atto di chiusura: è un dovere morale verso chi ha costruito questo Paese, combattuto per la libertà e dato la vita per una civiltà che ora rischiamo di perdere per paura di apparire “intolleranti”.
Noi non siamo contro nessuno. Ma non accetteremo mai di diventare stranieri a casa nostra.
Caro Giovanni, sei troppo buono.
Il problema non è che l’islam sia un culto non-cristiano, e quindi in contrasto con la dottrina cristiana. Anche il buddismo non è cristiano, ma non crea problemi con lo Stato italiano. Personalmente sono per la tolleranza ed in confronto con le culture diverse.
Il problema è un altro: l’islam è una dottrina criminale che contrasta le leggi dello Stato italiano.
Chiunque in Italia – ma in generale in tutto l’Occidente – si dichiara musulmano dovrebbe essere preliminarmente impegnato a sottoscrivere l’abiura di quei dettami del Corano che contrastano con la legge italiana.
Si tratta di aspetti fondamentali per la nostra convivenza civile, che ruguardano la parità dei diritti tra uomini e donne, la condizione dei minori, la persecuzione delle dissidenze (il Corano propugna la guerra santa contro i non islamici, contro gli “infedeli”), e così via.
Superando la noia infinita dei continui proclami “Allah è grande, buono e misericordioso ecc.” invito chiunque a leggere il Corano, fonte della dottrina islamica, ed a vedere l’assurdità di un testo scritto per beduini del 600 (non 1600, 600 e basta) nella società occidentale. Contiene affermazioni che ad oggi non possono che essere qualificate come criminali.
Quando ci svegliamo e finalmente anche con i musulmani diciamo a chiare lettere pane al pane e vino al vino? Giorgia, dopo aver buttato un sasso in piccionaia con il manifesto di Ventotene, che auspicava l’unione sovietica europea, toccherà a te dire la semplice verità che l’islam è una dottrina criminale?
Il buon Ratzinger non era un piacione, forse era anche antipatico, ma questo coraggio l’ha avuto, di dimostrare con una lectio magistralis la violenza insita nella dottrina islamica.
Dopo quello islamico avremo il partito dei bambini di satana?
Con affetto
Alessandro