Ieri in Piazza del Popolo ha vinto la politica. Tra le 20 e le 30 migliaia di persone accorse da tutta Italia. Militanti in sezioni di città o di paese, semplici simpatizzanti o curiosi. Nonostante il caldo di fine primavera, Piazza del Popolo si è riempita per ascoltare Giorgia Meloni, il primo Presidente del Consiglio donna della storia italiana, pronta a far soffiare il vento del cambiamento non più soltanto su Roma, ma anche su Bruxelles. Spazzerà via la burocrazia, la tecnocrazia, banchieri e inutili vessazioni sui cittadini e sugli Stati membri. Restituirà al continente la forma di confederazione di Stati-Nazione, ognuno con il proprio popolo, ognuno con le proprie tradizioni, ognuno con la propria sovranità.
La politica che dà speranza
Ma al di là dell’Europa, ieri a Piazza del Popolo ha vinto la politica. Quella seria, quella che “dà speranza”, quella che “veramente può cambiare le cose”. Quella politica che è riuscita a riportare la normalità a Caivano, al Parco Verde, dove fino a pochi mesi fa il timore più forte era quello di scendere di casa. Ora la politica, quella seria, quella dei fatti, ha riconsegnato una vita normale agli abitanti di quel quartiere, il diritto di scendere di casa senza avere paura, di frequentare un parco giochi, di portare il proprio figlio all’asilo nido e alla piscina. La politica seria che ha riportato in Italia Chico Forti, l’ex velista imprigionato a Miami sul quale tanto era stato detto ma nulla era stato fatto, prima del Governo Meloni. La politica seria che ha alzato al massimo storico l’investimento in sanità e che ha rafforzato la difesa delle frontiere pur non negando i diritti umani agli immigrati che giungono nei Cpr. La politica seria che si fa ascoltare a livello internazionale attraverso il dialogo e che fa crescere l’economia italiana, record dopo record.
La politica che guarda negli occhi
La politica seria che guarda negli occhi il cittadino. “Dicono – ha spiegato Giorgia Meloni sul palco – che ormai le campagne elettorali e la politica in generale si facciano soprattutto in rete e sui social. Non per noi. Per noi le campagne elettorali si fanno soprattutto guardando le persone negli occhi, perché le persone possano vedere se il nostro sguardo è sincero. Noi non rinunceremo mai alla piazza, a stare in mezzo alla nostra gente, e per ricordarci chi siamo è qui che torneremo, in piazza, in mezzo alla gente”. Ieri ha vinto la politica anche per questo: perché in piazza, sul palco davanti a 30mila persone, c’era una donna che, pur essendo arrivata sullo scranno più alto del potere esecutivo, non ha dimenticato le sue origini. Questa è politica, fare il bene delle persone. Giorgia, quella di sempre.
L’anti-politica dell’odio non ha più spazi
Ha vinto la politica contro l’anti-politica. Per anni populisti e chiacchieroni ci volevano inculcare l’idea che per governare una Nazione non servisse avere competenze né agire con una ratio, che fosse l’anti-politica la panacea per tutti i mali, che servisse piuttosto lavorare per slogan, gettare soldi dalle finestre, panem et circenses, e fare tutti contenti. Salvo poi mandare allo scatafascio l’erario e diventare loro stessi i politici che fino a poco tempo prima avevano combattuto. L’anti-politica che, pur di non collaborare, pur di non dialogare al fine di apportare del bene alla Nazione, insulta, denigra, disinforma, strumentalizza. Pur di racimolare qualche voto in più, cercano l’appoggio di antagonisti e violenti, raccontano di un governo totalitario che va combattuto anche “con i corpi”. L’anti-politica che davanti a tutte queste azioni, pretende poi che l’altra parte resti in silenzio. “Noi siamo abituati a non abbassare la testa davanti a bulli e gradassi. Sono una donna e ho il diritto di difendermi e sono capace di difendermi. Ecco la parità, l’orgoglio femminile, quello che gli altri non sanno più difendere”, ha detto Giorgia Meloni sul palco contro le offese di De Luca. Ha vinto la politica, dunque, perché all’anti-politica non è stato lasciato spazio. Perché all’odio e agli insulti si risponde con il lavoro, con i risultati, con i record di un anno e mezzo di governo. Si risponde con il sorriso e con l’amore, con una comunità che riesce ancora a credere in dei valori ben precisi e non corruttibili, che passano di generazione in generazione e marciano fieri nei cuori dei più giovani, i ragazzi di Gioventù Nazionale. Questa è la vera politica, e ieri a Piazza del Popolo ha vinto.