Acca Larentia tra fake news e mistificazioni: i giornali di sinistra restano a bocca asciutta

A quarantasei anni di distanza, torna sotto i riflettori la strage di Acca Larentia. Non per fare luce su uno tra i più grandi misteri della Prima Repubblica rendendo giustizia alle famiglie delle giovani vittime, ma, tra equivoci ricercati e fake news, per tentare di indebolire la maggioranza. Sotto i riflettori la commemorazione serale, a cui nessun esponente del governo né tantomeno di Fratelli d’Italia ha partecipato, pretesto perfetto per la sinistra per fare baldoria. Da qui si parte, col tentativo di mistificazione della consigliera regionale del PD Emanuela Droghei che, pur di attaccare il presidente del Lazio Rocca, ha raccontato della presunta presenza, anche durante i ricordi istituzionali, di saluti romani durante la commemorazione mattutina. “Le sue accuse sulla commemorazione della strage di via Acca Larenzia – ha risposto Rocca – sono false, surreali e diffamatorie. La cerimonia istituzionale a cui ho preso parte, e alla quale ha partecipato l’assessore di Roma Capitale Miguel Gotor, è stata estremamente composta e animata dalla sola intenzione di ricordare tre vittime degli Anni di Piombo. Nessun saluto romano davanti ad alcuna carica istituzionale, come lo stesso Gotor può confermare. Se ci fossero stati saluti romani – continua – non avrei esitato a stigmatizzarli e a prenderne le distanze. Accusare il sottoscritto di dare copertura istituzionale ad adunanze fasciste è diffamatorio e la Droghei ne renderà conto in Tribunale”. La diffamante notizia è stata riportata anche da Il Manifesto di questa mattina, che titolava così con parole fuorvianti: “Anche FdI all’adunata nera”. La volontà di raccontare fatti mai avvenuti si fa strada pure ne Il Fatto Quotidiano, che oggi ha tentato di dare una fantasiosa spiegazione alla targa affissa in via Acca Larentia in ricordo dei tre giovani ammazzati: la teoria, riportata poi anche da Gad Lerner sui suoi profili social, riguarderebbe la sostituzione di una vecchia lapide perché contente una titolazione “troppo generica”, in un atteggiamento di sfregio nei confronti di Gianfranco Fini, secondo il Fatto il “servo dello Stato” a cui la targa fa riferimento. Così il quotidiano oltrepassa anche il varco del complottismo. La sostituzione della targa, secondo Il Fatto, avvenne per volontà di Giorgia Meloni, cosa però smentita da una nota di Fratelli d’Italia e dallo stesso Fatto del 2012, quando scriveva che la targa fu cambiata da – si cita – “i militanti dell’ex sede storica del Movimento sociale italiano”. Bastava spolverare un po’ nell’archivio per scovare la verità…

A restare a bocca asciutta anche Fanpage, che è costretta a riportare la verità: “nessun saluto romano” alla commemorazione organizzata da Gioventù Nazionale, movimento giovanile di Fratelli d’Italia. Ma, nonostante il fiasco, ci prova lo stesso, puntando il dito sulla mancata pubblicizzazione dell’evento e sul “presente” gridato dai ragazzi. I quali non sono rimasti in silenzio e hanno risposto sui social: “Grazie al giornalista di Fanpage – scrivono ironicamente – che spacciandosi per poliziotto si è intrufolato alla nostra fiaccolata. Già ti sfregavi le mani. Pensavi alla promozione. E poi? Poi succede che la tua inchiesta pronta a salvare il giornalismo italiano e far cascare il governo è un fiasco. Lo scandalo sarebbe che gridiamo presente e facciamo una fiaccolata? Non ce ne vergogniamo – dicono – Lo facciamo con tutta la voce che abbiamo. Lo facciamo per tutti quei ragazzi che sono stati vittime del terrorismo rosso”.

Il giornalismo impegnato italiano si dimostra, come sempre, più in cerca della polemica, del sensazionalistico titolo, piuttosto che della verità. Il tentativo di inserire nell’episodio dei saluti romani anche esponenti della maggioranza è fallito, ma è indicativo di una sostanziale realtà: pur di fare propaganda, la sinistra e i suoi giornali d’area, mancando di rispetto alle vere vittime della strage, si sveglia dal torpore che evidentemente l’ha circondato negli anni dei suoi governi, durante i quali si sono tenute altre commemorazioni di Acca Larentia. A parte la solita ipocrisia della sinistra, allora, ricordare Franco, Francesco e Stefano significa oggi auspicare che non si ripeta più quell’odio politico che ha fatto male non solo alla destra, ma all’Italia intera. Certi titoloni e certe insinuazioni non fanno bene al dibattito politico, che oggi ha bisogno di verità e di sapere perché i nomi degli assassini non sono mai stati svelati.

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2 Commenti

  1. Trovo disgustoso e tipicamente di sinistra le polemiche sulla commemorazione del 7 Gennaio al Ricordo dei tre Ragazzi di Destra di Acca Larenzia, trucidati dal odio comunista. Ancora oggi nessuno a pagato per quel orrore.
    ONORE al Ricordo dei tre Ragazzi di Destra di Acca Larenzia

    Alush Lluga

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