Agricoltura, approvata la riforma della Pac in Consiglio Ue: un successo del Governo Meloni

“Riforma della Pac approvata dal Consiglio Ue. Diminuisce la burocrazia, aumenta la flessibilità e l’agricoltura torna al centro dell’agenda europea. È un importante risultato, ottenuto anche grazie alla ferma posizione dell’Italia. Ora, insieme, cambiamo una volta per tutte: meno regole folli mascherate di verde dai palazzi di Bruxelles, più strategia per un’agricoltura che sia un pilastro su cui fonda l’Europa del futuro”. Con queste parole, ieri, il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida ha annunciato sui suoi profili social l’approvazione, da parte del Consiglio europeo, della nuova Pac, riformata dopo l’importante apporto di Paesi come l’Italia che si sono fatti carico delle pressanti richieste degli agricoltori, le cui proteste contro i vincoli imposti dall’Unione Europea hanno affollato le strade delle maggiori città italiane, arrivando a toccare anche le sedi delle Istituzioni comunitarie. Anche in Italia sono avvenute alcune manifestazioni del comparto agricolo, sempre pacifiche e mai violente, e certamente mai contro l’esecutivo di centrodestra, che anzi ha sempre dato ascolto alle istanze di contadini e allevatori attraverso un dialogo costante con le categorie di settore, anche in forma istituzionale. Le loro proteste si rivolgevano senz’altro ai vertici europei, che per anni hanno vessato il comparto agricolo, storicamente rilevante per la nostra Nazione, sulla scia di una deriva ecologista che ha intrappolato l’economia agricola. Per questo, la riforma della Pac deve essere considerata una buona notizia: prima ancora del voto dell’8 e del 9 giugno, dopo il quale si spera che la destra abbia maggiore voce in capitolo e un ruolo decisionale in un’Europa da sempre ostaggio di ultra-liberali e socialisti, l’apporto conservatore italiano si è fatto sentire iniziando a ridurre i vincoli e di fatto le vessazioni che gravavano totalmente sugli agricoltori europei, in nome del sommo “dio Ambiente” delle derive ecologiste.

I contenuti della nuova Pac

Si tratta, d’altronde, di un comparto fondamentale per l’Unione europea. La Politica agricola Comune richiede un investimento di ben 340 miliardi di euro, che equivale a quasi un terzo del bilancio dell’Unione europea. Tra le novità più importanti della riforma che concede una boccata di ossigeno per gli agricoltori di tutta Europa, c’è l’inserimento di alcune deroghe temporanee per quei contadini che non riescono a rispettare le clausole sulla transizione ecologica: infatti, nonostante il mancato raggiungimento degli obiettivi “ambientalisti”, saranno ugualmente concessi i contributi europei agli agricoltori. Inoltre, i singoli Stati membri potranno godere di maggiore flessibilità per decidere se e quali porzioni di terreno agricolo proteggere. Fondamentale, inoltre, il superamento dell’obbligo di lasciare incolti alcuni terreni a rotazione e di ricreare gli elementi caratteristici del paesaggio. Anche i controlli e le sanzioni da parte di Bruxelles saranno meno vessatori, specialmente per le imprese con meno di 10 ettari di terreno, il 65% del totale, apportando in ragione di ciò benefici sia ai piccoli agricoltori sia ai governi nazionali.

Un successo italiano

In qualche modo, dunque, si tratta di un primo passo in avanti per la risoluzione delle grandi preoccupazione del comparto agricolo. Sarà possibile anche applicare retroattivamente alcune norme sulle condizionalità ambientali per l’anno 2024. Festeggia anche David Clarinval, presidente dell’Agrifish, Consiglio dei ministri dell’Agricoltura e della pesca dell’Unione europea, all’interno del quale il lavoro italiano è stato costante: “Questa revisione mirata della politica agricola comune – ha fatto sapere il belga – è un risultato concreto dei nostri sforzi per ridurre la burocrazia e garantire la semplificazione per gli agricoltori. L’adozione arriva solo due mesi dopo la presentazione della proposta da parte della Commissione”. Come spiegato dal ministro Francesco Lollobrigida, si tratta di un successo in gran parte italiano, arrivato grazie all’attenzione che il suo dicastero e il Governo Meloni tutto rivolgono a un tematica fondamentale per la nostra Nazione, per la sua storia e le sue tradizioni: l’agricoltura.

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