“L’agricoltura italiana e in particolare il settore dei pomodori sono in mano alla mafia”. Questo è quanto emerge da un reportage del The Guardian che amareggia tutti gli italiani, stanchi di generalizzazioni, luoghi comuni e descrizioni pressapochiste del nostro Paese. Qui non si tratta di negare l’esistenza di fenomeni criminali che tentano di allungare i propri tentacoli, cercando di stritolare il nostro tessuto economico e sociale, ma è doveroso dire basta a un certo modo di narrare l’Italia, sempre e comunque descritta da certi media come la terra di nessuno, dove la legalità è un elemento accessorio. L’Italia e in particolare le regioni del Sud sono stanche di essere trattate e raccontate come territori dove la criminalità detta legge, mentre istituzioni e cittadini chinano il capo di fronte al caporale o al boss di turno. Con questa narrazione si mortifica, si offende e si cancella il lavoro, il sudore della fronte della stragrande maggioranza di italiani che, ad esempio, nell’agricoltura hanno investito i propri risparmi, la propria vita, i propri sogni. Fingere di non vedere l’impegno delle nostre forze dell’ordine e di questo Governo nel contrasto alla mafia non lo giustifico, ma lo comprendo perché originato da logiche evidentemente politiche che trovano eco nei media di riferimento. Ciò che è intollerabile è la negazione di tutto ciò che di positivo, di rispettoso della legalità viene fatto in silenzio e senza clamore in Italia dalla stragrande maggioranza di uomini e donne che la mafia la rifiutano, la disprezzano e la tengono distante dalle proprie vite oneste. Mi permetto di dare un consiglio a tutti noi italiani, agli imprenditori e ai lavoratori: cominciamo a esaltare le tante eccellenze che il nostro Paese può vantare, celebriamo l’impegno dei tanti agricoltori che a dispetto di vincoli e lacciuoli, spesso originati da scelte cervellotiche ideate dai burocrati di Bruxelles, non si arrendono e si impegnano quotidianamente per assicurare il benessere alla propria famiglia, alla propria impresa e a tutta l’Italia. Evidenziamo le tante realtà positive del nostro tessuto sociale ed economico e vediamo se i media, fuori e dentro l’Italia, si dedicheranno anche a loro, a descriverne i pregi e le incomparabili virtù. Infine un ultimo consiglio non richiesto per The Guardian e per tutti i media disattenti sul tema dell’immigrazione illegale, che l’Italia sta affrontando da anni nell’indifferenza dei partner europei: fate un servizio giornalistico che evidenzi che l’egoismo non è un pilastro fondante dell’Unione Europea e che lasciare sola l’Italia nell’affrontare l’immigrazione illegale è una vergogna per tutti i Paesi europei. Scrivetelo nei vostri prestigiosi quanto schierati tabloid che il business dell’immigrazione illegale e di tutti i fenomeni criminali che ne scaturiscono non si nascondono dietro un pomodoro, ma si annidano comodamente dietro il velo ipocrita tessuto da chi, spesso fuori dall’Italia, si volta dall’altra parte per non vedere la realtà e descriverne un’altra, magari più congeniale al finto progressismo di riferimento, che si ciba delle solite insipide ed indigeste ricette politiche”.
E’ quanto dichiara il sottosegretario al Masaf, senatore Patrizio La Pietra.