Alleanza Italia-UK contro i clandestini: Londra attratta dal modello Italia

Oltre i dossier più caldi, quelli sull’Ucraina e sul possibile invio di peacekeeper al confine con la Russia, soluzione che l’Italia ha fin da subito combattuto, al centro dell’incontro tra la premier italiana, Giorgia Meloni, e il primo ministro britannico, Keir Starmer, ci sono stati anche altri temi. Centrale, su tutti, l’immigrazione. Anche la Gran Bretagna soffre gli effetti negativi degli ingressi incontrollati, con interi quartieri delle maggiori città nelle mani di migranti giunti illegalmente e che faticano a integrarsi, e molte volte rifiutano di farlo. Per questo, malgrado si tratti di un governo di estrazione laburista, e pur in rottura – almeno formalmente – con i suoi predecessori conservatori, Starmer ha fin da subito guardato con curiosità il modello italiano messo in campo da Giorgia Meloni, quello basato sulla difesa dei confini, sulla cooperazione internazionale per evitare le partenze, sui rimpatri dei clandestini e sul trasporto degli irregolari verso centri per l’accoglienza costruiti su territori stranieri, in modo tale da sfruttare l’effetto deterrente dell’allontanamento dai propri confini.

La visita di settembre per studiare il modello Meloni

È da ricordare, del resto, che fu proprio Keir Starmer a settembre, da poco eletto premier, a visitare Giorgia Meloni, a Roma, in una visita che ebbe al centro dei colloqui proprio l’accordo tra Italia e Albania: “Basta trucchi. Questo governo affronterà le bande di trafficanti che commerciano oltre frontiera le vite di uomini, donne e bambini” aveva dichiarato il britannico, dicendo di voler apprendere “l’approccio dell’Italia per fermare l’immigrazione irregolare”, con particolare attenzione al “lavoro a monte” svolto dal governo italiano, ossia gli accordi con i Paesi di transito e di origine dei flussi. In una nota congiunta pubblicata da Palazzo Chigi a termine di quell’incontro, si intravedeva la volontà di confermare “l’ambizione di entrambi i Capi di Governo a continuare a rafforzare il partenariato strategico tra le due Nazioni in ogni ambito di comune interesse, con particolare attenzione in materia di politica estera, difesa e sicurezza, per contrastare l’immigrazione irregolare e rafforzare la cooperazione nell’ambito della lotta al traffico di esseri umani”.

Un rapporto che è stato rinsaldato ieri, prima dell’incontro tra la premier e il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. “So che entrambi pensiamo fuori dagli schemi e sono certa che possiamo fare ancora meglio in temi come sicurezza, difesa, energia e lotta all’immigrazione irregolare e trafficanti di esseri umani. Servono nuovi strumenti e nuove idee per garantire la sicurezza dei nostri cittadini” ha detto Giorgia Meloni durante l’incontro con il suo omologo britannico a Downing Street. Che ha risposto confermando: “Regno Unito e Italia hanno un approccio molto simile alle importanti questioni che la comunità internazionale è chiamata a risolvere in questi giorni”. Temi quali “economia, immigrazione e sicurezza”. Temi centrali, dunque, nelle agende dei due governi: “Non vedo l’ora di avere l’opportunità oggi di parlarvi delle questioni importanti che ci troviamo ad affrontare, penso che le affrontiamo con una mentalità molto simile” ha ribadito il primo ministro.

Il modello italiano, insomma, piace e convince tutti, anche governi di differente estrazione politica. L’ennesima riprova che al pragmatismo non può essere frapposta alcuna barriera ideologica. La concretezza del Governo Meloni, che in un anno è riuscito a far calare gli sbarchi del 60% rispetto al 2023 mettendo in modo una serie di accordi con i quali è stato drasticamente ridotto il business dei trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo, continua ad attirare l’attenzione dei partners esteri. Il tutto, in attesa della sentenza della Corte di Giustizia europea, che potrebbe ridisegnare le politiche sui Paesi sicuri e assestare un altro colpo al progressismo no-border.

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