Molise e Basilicata: in un solo giorno, da Campobasso a Potenza, il governo Meloni sigla due nuovi accordi per lo Sviluppo e la Coesione, nell’ottica di efficientamento delle risorse comunitarie, del loro pieno utilizzo. L’obiettivo è evitare che tali risorse vengano sperperate: a questo rispondono l’introduzione dei “poteri sostitutivi” o del “definanziamento”, mezzi tramite i quali il governo potrà ristabilire l’allocazione dei fondi laddove essi siano stati destinati a progetti non più realizzabili. “Tutto deve arrivare ai cittadini, non possiamo permetterci certo di disperderle” ha detto, riferendosi alle risorse stanziate, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni intervenuta durante le presentazioni degli accordi.
In effetti, deve essere evitato il rischio di disperdere le risorse in una Nazione dove spesso è difficile reperirle. Ciononostante, sotto i precedenti governi, di sprechi ce ne sono stati eccome: nel 2022, di 126 miliardi a disposizione, solo 47 erano stati spesi. Uno sperpero che l’Italia non può permettersi, considerando soprattutto la finalità di queste risorse: il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione è lo strumento con il quale si vuole raggiungere un riequilibrio tra le varie aree della Nazione. Tra costa tirrenica e quella adriatica, ad esempio; tra campagna e grandi centri urbani; tra i diversi comuni della stessa Regione; tra Nord e Sud. Il Piano dunque è fondamentale per il superamento dei divari tra aree geografiche e per risolvere l’annosa questione meridionale, e dunque non procedere celermente alla programmazione dei progetti vuol dire non fare gli interessi dei cittadini e del Sud.
Nel dettaglio, gli accordi con Molise e Basilicata stanziano nel complesso per le due Regioni rispettivamente 444,9 e 968,8 milioni di euro. Il Molise spenderà i fondi in 42 progetti strategici, che vanno dalla ricerca sull’intelligenza artificiale e nel campo biomedico alle università, dal sostegno alle persone fragili al turismo, dall’ambiente all’infrastruttura stradale. La Basilicata si concentrerà invece su 111 investimenti, che permetteranno lo sviluppo delle potenzialità della Regione come efficientamento nel settore idrico, competitività del sistema produttivo e riqualificazione dei centri urbani.
Quelli siglati ieri in Molise e in Basilicata sono il sedicesimo e il diciassettesimo accordo tra governo e Regioni: tutti seguono una certa linea strategica condivisa dall’esecutivo non certo per imporre un controllo da Palazzo Chigi sull’operato delle Regioni, ma per consentire un’applicazione comune delle risorse con risultati simili per i cittadini di tutta Italia. In questo contesto si inseriscono, ad esempio, le clausole di definanziamento trattate poc’anzi e pure la volontà di unificare i progetti di finanziamento come il Pnrr, di cui i Fondi per lo Sviluppo e la Coesione appaiono come un completamento. Unificazione perseguita sin dall’insediamento del governo Meloni, con la creazione del Ministero per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il PNRR, presieduto oggi dal ministro Raffaele Fitto.