Nel recente passato li hanno chiamati bamboccioni, accusati da torvi ministri senza pietà di essere choosy, schizzinosi e indolenti. Poi l’avvento del uno vale uno grillino li ha blanditi con promesse di reddito di cittadinanza, ovattandone sensi, istinti ed ambizioni.
Disarmante il fatto che non ci sia nessuno che disegni i tratti di una generazione che invece nonostante tutto e soprattutto tutti, arranca volenterosa verso uno dei futuri più incerti dal secondo dopoguerra ad oggi. Eppure in ogni angolo di mondo c’è la meglio gioventù che sceglie ogni giorno di rimboccarsi le maniche e di lavorare a testa bassa, senza clamore, con quell’eroico e poetico impegno quotidiano che commuove.
E di eroismo se ne coglie a pacchi in una vicenda che ha dello straordinario e che parla di tre vite salvate dal mare arrabbiato. Siamo a Sperlonga, piccola perla del litorale pontino, in una mattina di agosto col mare gonfio e il vento a dieci nodi. Tre giovani bagnini alle loro postazioni vengono allertati da una bambina del fatto che nello specchio d’acqua al di fuori del loro campo visivo c’erano delle persone in difficoltà e così i tre ragazzi si scapicollano, le onde sono alte e la scogliera frangiflutti può diventare fatale per le tre vite che si dimenano, incapaci di riacquistare la riva.
Nicholas è uno di loro, ha la passione per la fotografia, che spera di far diventare il suo mestiere, è bravo e si impegna, ma l’estate occorre darsi da fare e così, un anno fa le pizze in un ristorante del luogo, un anno aiuta il padre al negozio e quest’anno, con il suo brevetto di bagnino, è di stanza davanti alla Grotta dell’Imperatore Tiberio, a vegliare sulla sicurezza dei turisti. Nicholas si accorge subito che le condizioni sono davvero proibitive, chiama la guardia costiera chiedendo l’intervento via mare e poi si getta in acqua, con i suoi colleghi Emilio e Mario, senza esitare un momento. Raggiungono a nuoto i tre, un papà con due ragazzine, li tranquillizzano, li mettono in sicurezza con dei galleggianti e dopo pochi minuti arriva dal mare il soccorso della capitaneria, che porterà a riva, nelle acque del piccolo porto turistico, i tre bagnanti.
Hanno salvato tre persone e lo hanno fatto senza esitare, senza pensare che sarebbe potuto costare loro la vita affrontare quelle onde. Nella quotidianità di un lavoro faticosissimo, che spesso si traduce in mille incombenze defatiganti da portare a termine sotto il solleone, con i piedi arsi dalla sabbia dorata e le narici gonfie di iodio e salsedine. Loro che per un inverno intero hanno sperato, hanno sognato e si sono adoperati per di realizzare i propri desideri, quegli stessi desideri che sono costretti a chiudere nei cassetti da giugno a settembre, perché la vita è dura e va affrontata con la schiena dritta.
Sul pericolo corso e scampato, con tanta ritrosia Nicholas mi ha detto:” Non abbiamo pensato nemmeno per un millesimo di secondo di non correre lì e fare il possibile“. E così,. In questa torrida estate del secondo anno dell’era pandemica, mi vengono i brividi al pensiero che quelli che qualcuno improvvidamente ha chiamato bamboccioni, sono invece Uomini maiuscoli, che fanno di questo mondo mannaro un posto migliore.
Grazie ragazzi.