Cade anche l’ultima maschera sull’accordo fra Fca e Psa, per Stellantis infatti i giochi sono ormai fatti, o sarebbe meglio dire “les jeux sont faits” perchè, come prevedibile e da noi temuto, la definizione dei ruoli chiave nel gruppo Stellantis ci fa capire che il nuovo top management parla molto francese e poco italiano.
La trattativa ha premiato decisamente il versante transalpino, e dal punto di vista legale saranno i francesi ad acquisire Fiat Chrysler, altro che fusione! La trattativa è stata tesa fino all’ultimo, ma più che una trattativa si potrebbe dire che tra FCA e PSA ci sia stata una partita di poker dove solo un giocatore era motivato a mettere in campo le migliori strategie per riuscire a piazzare i propri uomini nelle posizioni di comando.
Le nomine di carattere industriale guardano più a Parigi che a Torino. Due marchi di punta come Fiat e Alfa Romeo “parleranno” francese con la guida di Olivier François e Jean-Philippe Imparato. Transalpine anche altre tre posizioni di vertice: Michelle Wen, la responsabile acquisti e fornitori, Arnaud Deboeuf, il capo della produzione, e Maxime Picat già capo europeo di PSA. Maserati e Lancia manterranno le sedi di Torino e saranno guidate da Davide Grasso e Luca Napolitano.
Oltre a questi nomi, però, bisogna vedere anche la compagine azionaria: l’azionista di maggioranza è Exor (holding finanziaria di diritto olandese, controllata dalla famiglia italiana Agnelli) con il 14,4% delle quote, il duo transalpino però arriva al 13,4% ed è composto da Peugeot (7,2%) e dallo Stato francese (6,2%), l’altro socio di livello è Dongfeng Motor con il 5,6%. Dal punto di vista legale saranno i francesi ad acquisire Fiat Chrysler. Un passaggio legato agli standard finanziari internazionali che impongono sempre un compratore ai fini della quotazione in borsa.
E così la retorica della “fusione alla pari” viene letteralmente smontata dal prospetto di quotazione presentato ai mercati finanziari.
Andatelo a dire allo Stato francese che si tratta di un’operazione di mercato… E adesso vediamo che fine faranno gli stabilimenti (e i dipendenti) italiani.
Intanto ieri, tramite un comunicato dei sindacati Fiom-Cgil, scopriamo che dopo lo stabilimento di Melfi si ferma anche quello di Mirafiori. Gli operai dello stabilimento Presse di Mirafiori incroceranno le braccia, causa cassa integrazione dal 22 febbraio al 5 marzo. Lo stop sarebbe dovuto, spiega Fiom-Cgil, in base alle dichiarazioni di Stellantis, “alla contrazione delle richieste dalle carrozzerie clienti”.
Il ricorso agli ammortizzatori sociali non è comunque una novità per Stellantis, seppur l’azienda è giovanissima. Dall’8 al 14 febbraio si sono fermati i 7.174 lavoratori della fabbrica di Melfi, in provincia di Potenza, dove si producono le Jeep Compass e Renegade. Ma il cuore del problema non è certo la cassa integrazione: da tempo i sindacati chiedono un piano industriale condiviso, che invece non arriva.
“Dei nuovi piani industriali di Stellantis nulla si conosce e le notizie che arrivano dal mercato, come dimostra il caso delle Presse, non sono positive. È urgente la convocazione di un tavolo che coinvolga le parti sociali e le Istituzioni e che affronti la situazione”, dicono Lazzi e Bolognesi di Fiom e Cgil. Certo è che i numeri della casa auto non fanno stare tranquilli. Stellantis, secondo quanto riporta il Corriere, nel mese di gennaio ha immatricolato “in Italia 52.542 auto, il 21,7% in meno dello stesso mese del 2019 quando ancora le due società erano separate”.
E adesso che Stellantis parla quasi solo francese immaginiamo che il dialogo con stabilimenti e lavoratori italiani sia ancora più difficile.
Già dimenticavo… le organizzazioni sindacali dei lavoratori non sono neppure state coinvolte nell’individuazione in Cda del componente che avrebbe dovuto rappresentare i lavoratori di Fca. E’ stata infatti nominata Fiona Clare Cicconi, esperta di risorse umane proveniente dal colosso farmaceutico Astra-Zeneca, nomina che ha colto di sorpresa i sindacati che si aspettavano una maggiore condivisione nella scelta di questo profilo dato che sarebbe il naturale rappresentante dei lavoratori nel board portando le loro istanze nella gestione d’impresa.
Cicconi è entrata nel Cda Stellantis in qualità di rappresentante dei dipendenti di Fca, una scelta di discontinuità da parte di Fca che ha scelto al di fuori del proprio perimetro, mentre per Psa, il rappresentante dei lavoratori in cda sarà Jacques de Saint-Exupery, che lavora nel gruppo da ben 24 anni, e partecipa alle attività sindacali anche in qualità di segretario del comitato aziendale di Psa. Notate le differenze?
Occorre, e con urgenza, comprendere che lavorare seriamente per tenersi stretti i marchi che hanno resa famosa la nostra nazione non è una questione di mero campanilismo, ma un tema di difesa degli interessi nazionali, perché la realtà è che stiamo assistendo, senza battere ciglio, ad un vero e proprio suicidio del tessuto produttivo italiano.
bisognava VOLUTAMENTE non vedere per lasciare agli Elkann questa azienda STRAPAGATA DAI SOLDI DEGLI ITALIANI IN CONTRIBUTI, INCENTIVI, IMMENSE DI SOLDI CHE SONO STATI PORTATI VIA….
SEQUESTRARE I BENI DEGLI ELKANN E NAZIONALIZZARE FIAT E’ LA SOLUZIONE MIGLIORE !