Come disse Buzzi – che di ONLUS se ne intendeva – all’epoca dello scandalo di Mafia Capitale “si fanno più soldi coi migranti che con la droga”, e almeno in queste parole non c’era nessuna menzogna e, alla luce di fatti che si susseguono nella cronaca nazionale, nemmeno esagerazione.
E’ di questi giorni l’ennesima notizia di uno scandalo che coinvolge personaggi legati “all’accoglienza” nei confronti dei migranti. A Latina e provincia sono stati eseguiti dalle forze dell’ordine sei mandati di arresto per reati ipotizzati a vario titolo quali truffa aggravata, falso, maltrattamenti e frode nelle pubbliche forniture.
In galera sono finite persone legate a ONLUS operative nella gestione di alcuni Centri di accoglienza straordinaria per migranti, meglio noti come CAS, nel Sud Pontino. Con l’evidente fine di aumentare quanto più possibile l’utile di questo business, i centri di accoglienza in questione sono risultati sovraffollati, privi delle più elementari norme igienico-sanitario, e i migranti stessi, oltre ad essere sottoposti a maltrattamenti, si dovevano accontentare di cibo scadente e scarso. E per far comprendere come certi soggetti dediti a questa “forma d’accoglienza” fossero forse convinti di operare in una zona franca, al di sopra di leggi e regole, niente era cambiato nemmeno dopo numerosi sopralluoghi effettuati dalla Squadra Mobile di Latina, in collaborazione con il Commissariato di Fondi, che avevano riscontrato tali e tante carenze.
Ma non solo. Sono infatti state rilevate anche gravi e sistematiche violazioni all’atto dell’aggiudicazione delle gare per le strutture da convertire in Cas. Addirittura, varie intercettazioni anche ambientali hanno permesso di individuare una delle ONLUS che spartiva “l’assistenza” dei migranti con un’altra ONLUS, senza darne la necessaria e preventiva comunicazione alla Prefettura di Latina.
Migranti, dunque, trattati come mandrie, bestiame da cui trarre il massimo profitto, senza nessun rispetto né umanità, alla faccia di tanti buonisti che fingono di non vedere e di non sapere.