Anche l’Economist esalta Giorgia Meloni: “FDI va alla grande”

Un interessante articolo apparso sul “The Economist“, il prestigioso settimanale britannico di politica, economia e finanza fondato a metà ‘800, evidenzia la crescita di Giorgia Meloni e del partito Fratelli d’Italia, che letteralmente “va alla grande“. Di seguito, un estratto tradotto dall’articolo originale:

Gli scandali all’inizio degli anni ’90, che hanno demolito l’ordine politico italiano che si era formato nel dopoguerra, hanno portato una nuova generazione nella vita pubblica. Tra loro c’era Giorgia Meloni, che all’età di 15 anni scelse di entrare in politica (a far parte del ramo giovanile del Movimento Sociale Italiano (MSI)).

Oggi Giorgia Meloni va alla grande come leader. Il suo partito, Fratelli d’Italia (FdI), è risultato in crescita anche durante la pandemia di Covid-19. Dalla fine di febbraio, quando era già in crescita, il partito è salito costantemente nei sondaggi, passando da circa il 12% a oltre il 16%. Ha superato il Movimento Cinque Stelle, teoricamente il partito di maggioranza della coalizione di governo di Giuseppe Conte. Infatti, FdI si sta “affermando saldamente come terzo partito italiano“, secondo quanto espresso da Antonio Noto, della società Noto Sondaggi, e potrebbe anche diventare il secondo. Alcuni recenti sondaggi hanno collocato il partito di Giorgia Meloni a soli quattro punti dal Partito Democratico, che ricordiamo far parte del governo. La coalizione di Conte sembra sempre più fragile: è profondamente divisa internamente circa la ripartizione del Recovery fund europeo. Se dovesse cadere, le elezioni potrebbero condurre ad un governo di coalizione di destra, composto da FdI e dalla Lega di Matteo Salvini, che ancora guida nei sondaggi, con circa il 24%.

All’aumento della popolarità di Fratelli d’Italia è corrisposta, contemporaneamente, una diminuzione dei consensi attorno la Lega.

Giorgia Meloni ha trasmesso un messaggio più pacato e sobrio. Fratelli d’Italia può essere un nome un po’ strano per un partito guidato da una donna, ma richiama la prima riga dell’inno nazionale. Grazie a Giorgia Meloni, FdI è rimasto appassionatamente nazionalista e legato alla politica identitaria. Il suo motto è “Dio, patria e famiglia”. Al vertice del suo programma in 15 punti, c’è il grande sostegno alle famiglie per aumentare il tasso di natalità e propone un blocco navale per fermare gli sbarchi clandestini.

FDI è nato nel 2012, grazie ad alcuni politici che hanno scelto di separarsi dal Popolo della Libertà di Silvio Berlusconi. Ciò che contestavano a Berlusconi era la sua tolleranza verso l’austerità imposta dall’UE, mentre il programma di FdI chiede una “ridiscussione” di tutti i trattati dell’UE, compresi quelli che stanno alla base dell’euro.

Ma da quando ha assunto la guida nel 2014, Giorgia Meloni, ha ridotto fortemente l’euroscetticismo del suo partito. Anche in altri settori si è sforzata di dare al suo partito un’immagine più moderata. A conferma di ciò, è stata eletta a settembre come capo del Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei, che estende la sua influenza ben oltre i confini europei. Sebbene includa partiti come Vox (Spagna) e del partito Diritto e Giustizia della Polonia, include anche i conservatori britannici, consentendo a FdI di proiettarsi come non più appartenente all’estrema destra.

Forse la somiglianza più significativa tra i due partiti di destra italiani riguarda il fatto che entrambi siano ben delineati a livello territoriale: il sostegno di FDI proviene principalmente dal sud e dal centro, così come la base della Lega è concentrata al nord. Insieme potrebbero creare una combinazione formidabile.

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