Antifascismo in assenza di fascismo: l’usato sicuro che mette tutti d’accordo

Si chiama antifascismo in assenza di fascismo ed è una ossessione ricorrente. È un riflesso pavloviano che sopravvive al tempo e alle epoche. Non serve più a vincere le elezioni ma è comunque un buon metodo per ricompattarsi. È l’usato sicuro che mette tutti d’accordo: il Pd con il Pd, il Pd con i sindacati, il Pd con i Cinque Stelle.

E così anche la neosegretaria Elly Schlein – quella giovane, fresca, innovativa, l’outsider, la rottamatrice – ha inaugurato il suo mandato nella solita piazza antifascista. Quella di Firenze. In risposta ai fatti del liceo Michelangiolo. In difesa della Costituzione. Un luogo, Firenze, eletto a simbolo. Simbolo della resistenza. L’espediente narrativo però è un po’ deboluccio. È una zuffa tra studenti di opposte fazioni. Pare sia nata da una provocazione. I collettivi della scuola si mettono di traverso per un volantinaggio. Provocano i ragazzi di destra e ce le prendono. Il fatto di per sé è sicuramente poco edificante, per carità. Lungi da noi volerlo minimizzare, sono anni che denunciamo, incontrando ben poco sostegno dei democratici, deprecabili episodi di intolleranza politica ai danni degli studenti di destra.

Tuttavia (non ce ne voglia la preside Savino) da qui ad elevare il caso fiorentino al rango di emergenza nazionale ce ne passa. Soprattutto quando le nostre città sono assediate da orde di anarcoinsurrezionalisti che devastano tutto ciò che incontrano sul proprio cammino. Che minacciano impunemente esponenti di governo e assaltano le forze dell’ordine. Che predicano odio e rappresaglia. Succedeva proprio questo, in quel di Torino, mentre la carovana antifascista di Firenze andava a caccia di fantasmi.

Una concomitanza che ha reso plastico lo scollamento dalla realtà della sinistra e dei suoi media di riferimento. Bene ha fatto Antonio Rapisarda di Libero a ricordarlo: “Non c’è alcun rischio fascismo. Se mettiamo in ordine gli addendi emerge che ciò che è stato denunciato a Firenze è totalmente sovradimensionato. E qui subentra la responsabilità delle élite”. Il pericolo nero, semmai, è quello dei cappucci di anarchici e black bloc. Che poi è ciò che sostiene anche l’antiterrorismo. È una vera e propria internazionale. Tentacolare e in ebollizione. Ma in questo caso non vengono vergate lettere coraggiose né organizzate adunate democratiche. La realtà non esiste.

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