“Non dobbiamo avere paura: il Covid è prepotente con i più deboli ma è debole con i più forti che sono i giovani. Fino a ieri sera nella terapia intensiva dell’ospedale Bambin Gesù di Roma c’erano zero bambini malati di Covid. Io accoglierò chi vorrà vaccinarli, ma se penso agli incubatoi di infezione non penso ai bambini ma a quella fascia tra i 40 e i 60 anni che non vogliono vaccinarsi”.
Cosi Francesco Vaia, direttore sanitario INMI Lazzaro Spallanzani intervenendo al dibattito ”Punto di domanda. Le risposte che mancano sull’arma della vaccinazione nella guerra al Covid 19”, dal palco di Atreju, la manifestazione di Fratelli d’Italia, in corso a Roma. “Ma non è solo colpa loro – ha aggiunto Vaia. Bisogna spingere fino in fondo la terza dose della vaccinazione ma non voglio arrivare a “vaccino-cappuccino” con la quarta, quinta, sesta dose senza aver migliorato le scuole e i trasporti. La politica deve sollecitare le case farmaceutiche per arrivare ad un vaccino annuale come quello antinfluenzale”. “Chi oggi si pone dei dubbi – ha proseguito Maria Rita Gismondo, direttore Microbiologia clinica e virologia Ospedale Sacco Milano – viene male etichettato. Per tutti noi sarebbe un obiettivo auspicabile difendere i nostri bambini da qualsiasi infezione. Ma la prima cosa da valutare deve essere il rapporto rischio benefici”. “Fratelli d’Italia – ha concluso il deputato di FdI – Marcello Gemmato – non è mai stata contraria ai vaccini. Anzi, insieme al nostro presidente Meloni siamo stati i primi a presentare un piano vaccinale all’ex commissario Arcuri ed esaltato i vertici di medicina professionale dei farmacisti. Ci poniamo però mille domande rispetto alle vaccinazioni dei bambini e rispetto al green pass, che non è a nostro avviso uno strumento di libertà”.
Atreju. Covid: Vaia, forte con i deboli e debole con i forti
Gismondo: valutare rischi benefici per vaccino a bambini