“Quando in Parlamento si discusse dell’Istituzione delle Regioni a statuto ordinario, nel 1970, un grande uomo parlò per 10 ore contro, perché aveva visto il rischio che da un unico centralismo si passasse a quindici centralismi bonsai per quindici regioni e vide il rischio che qualcuno volesse dividere l’Italia con la secessione. Quell’uomo si chiamava Giorgio Almirante, che insieme ad altri padri della patria ha contribuito al processo di pacificazione nazionale per garantire la coesione sociale”. Lo dichiara in Aula il senatore di Fratelli d’Italia Alberto Balboni, presidente della commissione Affari costituzionali. “Quindi figuratevi se chi vi sta parlando non abbia a cuore l’unità nazionale e il principio di difendere tutti gli italiani, dalle Alpi alla Sicilia”, aggiunge. “Almirante mi ha insegnato ad amare la patria anche quando la patria mi negava il diritto di esistere, politicamente ma persino fisicamente.
Chi viene da questa storia non può non sentirsi italiano”. Balboni ricorda dunque, a proposito di modifiche costituzionali sull’autonomia, “che il centrosinistra ha approvato la modifica del titolo V con quattro voti di maggioranza pochi giorni prima del termine della legislatura. E lo ha fatto calpestando la dignità della nostra Costituzione perché l’ha trasformata in una merce di scambio per portare dalla propria parte un partito della coalizione di centrodestra. Una riforma costata all’Italia non so quanti miliardi – continua Balboni – e che ha precipitato la nostra Corte costituzionale nel caos per i tanti conflitti costituzionali tra Stato e Regione, da 100 a 150 ogni anno”. “Ricordo poi che nel 2002 – prosegue – c’è stato un referendum confermativo in cui 12 milioni di italiani hanno confermato la riforma del titolo V. Pertanto – osserva – il titolo V appartiene alla Costituzione e noi abbiamo tentato di applicarlo, a cominciare dai Lep, rimasti lettera morta per vent’anni e che rappresentano il presupposto per garantire il principio di eguaglianza che la sinistra declama e che noi cerchiamo di attuare”, conclude Balboni.