Bari, compravendite di voti dem: crolla il campo largo

È tornata l’onestà. Quell’indimenticabile slogan urlato sui balconi dei palazzi, nelle strade, per intere campagne elettorali, dal Movimento Cinque Stelle. Solo che l’onestà, questa volta, distrugge il centrosinistra. Quello barese, perché è ancora della questione Bari, della possibili infiltrazioni mafiose all’interno del comune, dei rapporti sconfessati dallo stesso Emiliano tra PD e boss locali. Insomma, un inghippo targato PD dal quale chissà come ne usciranno i dem pugliesi e nazionali. E oltre al Viminale che aspetta gli sviluppi delle indagini, una nuova inchiesta della Procura su presunte compravendite di voti, preoccupa il PD barese. Sono circa 70 gli indagati, ma tra questi spunta quello di Anita Maurodinoia, dimissionario assessore regionale ai Trasporti, nel PD dal 2021 e scelta da Emiliano per formare la sua Giunta in Regione. L’accusa sarebbe quella di aver favorito un sistema di compravendita di voti (oliato dal marito, già ai domiciliari) che le avrebbe fruttato circa 20mila preferenze a forza di banconote da 50 euro. Per ora sono otto gli arresti.

Il M5S fa saltare le primarie in città. I dem: “Gravissimo”

Un nuovo fatto che aggroviglia ancora di più la matassa. E i grillini, quelli dell’auto-dichiarato partito dell’onestà, non potevano più tollerare una situazione del genere. In pratica, il Movimento Cinque Stelle si è destato da quel torpore in cui è stato avvolto da interessi meno alti ma certamente più redditizi del valore dell’integrità. E dunque Giuseppe Conte decide di sana pianta di far saltare le primarie del centrosinistra che si stavano svolgendo proprio a Bari, togliendo il proprio appoggio al candidato a sindaco del campo largo, Michele Laforgia. “Per il Movimento Cinque Stelle non ci sono le condizioni per svolgere le primarie a Bari” fa sapere il leader pentastellato, aggiungendo che “la lotta ai clan e alle mafie sono premesse indispensabili. Se non ci sono queste premesse, se non ci sono queste garanzie, noi non ci siamo”. A Bari, da sempre feudo dem, anche il Movimento Cinque Stelle aveva intenzione di farsi sentire, e così si era arrivati a delle primarie: i candidati erano Laforgia, avvocato sostenuto da grillini, parte dei dem, Italia Viva, Verdi e Sinistra, e Vito Leccese, fedelissimo dell’attuale sindaco di Bari Antonio Decaro. Quello “affidato” dal governatore Emiliano alla sorella del boss di Bari Vecchia, Capriati. Ma Giuseppi, in nome dell’onestà, ha tagliato corto tirandosi indietro. Dura la reazione del PD: “Gravissimo. Non accettiamo lezioni di moralità. Se il Movimento Cinque Stelle pensa di vincere da solo, noi andiamo avanti. Il PD è a fianco della città, con il centrosinistra vinceremo ancora”. Il capogruppo dei dem al Senato, Francesco Boccia, più grande sostenitore del campo largo, punzecchia i grillini: “Chi diserta le primarie sbaglia” ha detto, mentre dalla segreteria PD scherzano su Conte: “Che sconforto vedere un partito nato sul principio dell’“uno vale uno” a uno che decide per tutti” fa sapere Marco Furfaro.

Caos infernale nella sinistra pugliese

Insomma, in ogni modo ormai sembra rotto il campo largo barese e la situazione, nella terra della taranta, sembra infernale. Conte, in nome dell’onestà, rinnega gli alleati con cui ha finora governato (o meglio, con cui ha cercato di governare, visti i continui fallimenti del campo largo nel resto d’Italia). Tra grillini e dem ormai ogni cosa sembra andare male, ma l’unione, qua e là, va avanti, svelando il loro vero obiettivo: mettere da parte temporaneamente le divergenze e cercare di ottenere quanti più seggi è possibile; e poi, per il resto, si vedrà. Ma neppure questo, oramai, sta riuscendo alla sinistra: in Abruzzo il campo larghissimo è stato litigioso e ha perso, in Basilicata neppure è riuscito a esprimere un candidato senza bisticciare, e ora la questione Puglia: Conte l’autoctono (dalla provincia di Foggia, per l’esattezza) tenta di scavalcare i dem nella guida della coalizione, mentre Elly sembra non preoccuparsi dei pericoli esterni e interni, premiando addirittura Decaro con un posto assicurato al Parlamento europeo. Il rischio di commissariamento del comune di Bari si fa sempre più vivo e l’agitazione nella sinistra sale. E si vede.

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