“Premesso che non ho ancora letto la relazione del presidente della Corte dei Conti del Lazio, Miele. Ma quel che ha dichiarato relativamente ai proventi dei poli museali e ai rapporti con le società concessionarie è di importanza centrale per stabilire una volta per tutte che i beni culturali non possono essere il forziere di società private che hanno la concessione per la bigliettazione e altri servizi. Spesso queste concessioni vengono prorogate per decenni e senza che il Comune abbia giovamento economico. Anzi è vero esattamente il contrario. Si consideri il paradosso del Colosseo che per Roma costituisce solo una uscita. A fronte di risorse economiche ingenti per la pulizia dell’area, la vigilanza, la manutenzione il Comune alcun introito dalle visite dell’anfiteatro Flavio, il monumento più visitato al mondo. Chi si arricchisce è la Coop Culture che continua ad avere il monopolio della bigliettazione, degli introiti e finanche delle visite guidate generando un processo di marginalizzazione quando non esclusione delle guide turistiche autorizzate. Questa situazione dev’essere sanata una volta per tutte. Il bando per la gestione dei servizi, da noi reclamato da decenni e sulla quale il min. Franceschini aveva 4 anni fa garantito un cambio di passo, è ancora fermo a causa di ricorsi alla giustizia amministrativa. Ritengo necessaria una modifica del quadro normativo per fare in modo di stabilire definitivamente i servizi da dare in gestione, l’esclusione di possibili monopoli e la destinazione dei proventi alle casse comunali”. È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia, primo firmatario di question time sul Colosseo e di un esposto alla Procura della Repubblica sulla gestione dell’Anfiteatro Flavio.
Beni culturali, Rampelli (VPC-FdI): Corte dei Conti avverte, il Colosseo sia una risorsa per la Capitale
Necessaria riforma sulla destinazione dei proventi dei monumenti statali, i Comuni ne siano reali beneficiari. Pronta pdl