Boom dei titoli di Stato: il debito italiano torna nelle mani delle famiglie italiane

Inizia bene l’anno per i titoli di Stato italiani. La fiducia che gli investitori esteri stanno riponendo sulla nostra Nazione si fa sentire forte sulle sorti del debito pubblico. Solo ieri è giunta una conferma dalla S and P Global Rating, che aveva decretato l’ottimo momento dell’economia italiana, con la previsioni di un 2024 al di sopra della media europea e di molti altri diretti competitors, come la Germania; in realtà si tratta solo dell’ultima di tante altre conferme arrivate da rispettabili agenzie di rating internazionali: Ficht, Dbrs, Standard and Poors e la Moody’s, che solo un anno fa aveva abbassato il livello di outlook a negativo a causa della caduta del governo Draghi; outlook ora tornato su ‘stabile’.

Come detto, l’ottima reputazione che in questo anno di governo Meloni l’Italia è riuscita a crearsi a livello internazionale con particolare riferimento all’economia, si ripercuote sui dati dei titoli di Stato, che hanno registrato una fortissima crescita. Nel dettaglio, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha collocato un BTP a scadenza settennale per un valore complessivo di 10 miliardi di euro e un secondo BTP a scadenza trentennale per un valore di 5 miliardi di euro. Le richieste sono state elevatissime: 73 miliardi per il primo, 82 miliardi per il secondo, per un totale di 155 miliardi di euro. Cifre altissime che possono far parlare di vero e proprio record per una dual tranche mai registrato prima. A sottolineare la buona salute dell’economia italiana e la grande fiducia degli investitori su di essa, è sicuramente il dato relativo al BTP trentennale, una scadenza molto lunga di fronte la quale però la risposta è stata di assoluto ottimismo.

A questa buona notizia, avutasi anche grazie all’abbassamento dello spread ora stabile intorno ai 160 punti base, va aggiunta l’analisi della scomposizione delle richieste relativa a quali categorie appartengono effettivamente gli investitori. Ebbene, la vera novità sta nel fatto che le famiglie italiane hanno scelto di reinvestire nei titoli di Stato: le richieste da novembre 2022 a settembre 2023 hanno subito una crescita del 40%, controvertendo il trend di calo che viceversa aveva interessato gli anni precedenti. Insomma, fiducia rinnovata sia dai grandi investitori internazionali sia dalle famiglie italiane: un’ottima notizia, considerando che il debito italiano può così ritornare nelle mani degli italiani stessi, alimentando il fecondo sistema in cui gli interessi sul debito pagati dallo Stato finiscono nelle tasche delle famiglie italiane, creando così altra ricchezza per la nostra Nazione. Per non parlare poi della diminuzione del rischio di speculazione che a tale dato consegue.

Dopo neppure un anno e mezzo di governo Meloni, si può dunque affermare che è totalmente cambiato l’atteggiamento degli investitori: si è passati da scommettere contro l’Italia a scommettere per l’Italia. Il merito è dell’Italia stessa, che è tornata a essere seria e credibile, attirando di nuovo la fiducia degli investitori e, con orgoglio, delle famiglie italiane.

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