“Gli studenti fanno bene a protestare, ma la politica si deve concentrare su chi ha realmente bisogno, non su chi abita a Seregno e ha l’ateneo a Milano. Condizioni reddituali basse e merito, nonché un’effettiva assenza di alternative all’alloggio, devono essere il criterio per scegliere come e dove dirottare i fondi. Se così non fosse non staremmo parlando di diritto allo studio e si otterrebbe l’effetto contrario, ovvero quello di togliere le risorse a chi ha davvero bisogno. Legittimare la pretesa di un intervento pubblico per aiutare ad avere un alloggio a chi dispone di una casa a pochi chilometri – com’è il caso della ragazza intervistata oggi dal Corriere della Sera – non mi trova assolutamente d’accordo perché sarebbe limitare i diritti di chi studia davvero lontano da casa e deve affrontare ben altre problematiche”. Lo dichiara Augusta Montaruli, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.
“Bene dunque i nuovi alloggi, ma servono criteri puntuali per la loro assegnazione senza dimenticare che in Italia troppe famiglie vivono in emergenza abitativa e l’alternativa per loro non è Seregno, ma la strada. Se c’è davvero uno sforzo per reperire nuovi immobili si pensi a chi sta veramente in difficoltà, fissando prezzi congrui per il diritto allo studio, senza dimenticare l’emergenza abitativa di chi non è studente su cui va fatto un ragionamento a parte. Gli studenti che provengono da una famiglia agiata, inoltre, non possono passare avanti a chi la propria famiglia non sa dove collocarla perché mancano alloggi di edilizia sociale. Sulla casa serve dunque fare un ragionamento equilibrato e di insieme”, conclude.