Cdm a Cutro: dal luogo dell’ultima tragedia la stretta del governo sui trafficanti di uomini

L’impatto emotivo che lascia dentro una tragedia come quella di Cutro è devastante. Fa venire alla mente tutti i drammi che si sono susseguiti nel nostro mare, il Mediterraneo. Acque che hanno bagnato i lidi delle più grandi civiltà del mondo, che hanno accarezzato per millenni le spiagge dei popoli della Terra e che oggi sono macchiate di rosso.

Il rosso del sangue dei figli illegittimi del globalismo, che sono rimasti fuori, ai confini di un mondo che passa per essere quello “giusto”. Le sirene del mondo occidentale chiamano con forza e sono ben amplificate da trafficanti senza scrupoli che dipingono, oltre l’orizzonte, l’esistenza dell’Eldorado, dove i mali del mondo, la fame e la disgrazia non esistono.

Sono giorni che piangiamo quei figli senza futuro, illusi e comprati da un demonio che deve ingrassare le sue viscere avide di danaro. Giorni, che chiunque abbia un minimo di coscienza, porterebbe dentro di sé come un monito perenne: non accada mai più.

E affinché non accada mai più, l’unica strada è recidere alla radice questo traffico ignobile di uomini: bisogna segare le gambe ai trafficanti, stringendo accordi con gli Stati di provenienza e creando le condizioni per accogliere chi ha diritto di essere accolto.
È banale quanto complesso, ma occorre dare segnali in questa direzione. Occorre cambiare postura con l’Europa, che deve assumere su di sé la responsabilità condivisa di fermare le partenze, occorre cambiare la narrazione che dei fatti fa una sinistra miope e ideologica, per cui chi lavora per bloccare le partenze è un criminale, occorre percorrere la strada della cooperazione, affinché si garantisca ai popoli in difficoltà il diritto a non emigrare.

Il governo in questo sta mettendo tutto il suo impegno ed è la prima volta dopo troppi anni di buonismo di facciata che si legge un messaggio politico netto. Il cdm a Cutro è stato un momento di forte partecipazione emotiva, oltre che di grande fermezza, perché è da lì, dal luogo dell’ultima terribile strage che si riprenderà il senso di una nuova politica migratoria, che non accetta diktat da nessuno: né dalle ong, associazioni private che accanto ai declamati scopi umanitari perseguono obiettivi politici chiarissimi, come quello di influire sulle politiche migratorie dello Stato italiano, né da una sinistra ipocrita e incapace che per anni volutamente non ha gestito il fenomeno, portandoci nel caos più totale.

Ecco, da destra sappiamo bene che saremo ancora attaccati strumentalmente su queste vicende, sappiamo che saremo chiamati razzisti, criminali, assassini, lo hanno già fatto e lo faranno ancora, ma nulla potrà toglierci dagli occhi e dal cuore le immagini di morte di questi giorni e del passato.

Dunque si andrà avanti, fino in fondo, per far sì che il nostro mare non debba più restituire cadaveri di uomini, donne e bambini, ingannati dal racconto di un mondo senza frontiere, pronto ad offrire a chiunque venga imbarcato su trabiccoli malconci prosperità e futuro. Perché questo sì che sarebbe un crimine e non metterebbe affatto un freno alla terribile speculazione dei trafficanti di uomini, dispensatori di morte.

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