Che orrore, credere che ciò che nella loro miseria è essenziale possa essere eliminato con un salario più alto!

“Che orrore, avere un prezzo per il quale non si è più una persona, ma si diventa un ingranaggio. Siete voi i cospiratori, nell’attuale imbecillità delle nazioni, che vogliono soprattutto produrre il più possibile e arricchirsi il più possibile? La vostra causa sarebbe di presentare il conto di risarcimento: per le grandi somme di valore interiore che vengono buttate via per un tale scopo esteriore! Dove sta allora il vostro valore interiore, se non sapete più che cosa significhi respirare liberamente? Se non avete, neanche un poco, in vostro potere voi stessi?”
(F. Nietzsche, “Aurora”)
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A proposito di pensieri sui pregiudizi morali, ecco l’ennesimo filosofo del materialismo astratto(1) che fa riferimento alla famosa “durezza del reale”(2), maleinterpretata da tutti gli intellettuali che ti parlano di senso di colpa e inadeguatezza quando è precisamente di questo che fanno uso per imbambolare una platea plaudente plagiata ormai da generazioni.

Un filosofo suggerisce e stimola il pensiero autonomo, non fa leva sulle distorsioni del giudizio di valore basate su una teoria etico economica del tutto prona alla classe padronale che si supponeva volesse contrastare. Non introduce la dissoluzione dei valori etico morali della gioventù occidentale proponendo quella africana come vincente perché spronata da una localmente perduta durezza del reale, intesa però non più come quella conoscenza fichtiana e determinazione del soggetto mediante quel non-io non più mediato di cui l’io ha perso memoria storica ed assume come ente esterno, il mondo, che produce atti ed eventi(3), ma una durezza del vivere intesa invece come insieme di bisogni triviali, sussistenziali, come fossero questi i valori etico-morali perduti dall’ultimo uomo.

Perché è proprio di questo uomo che parla lo stesso Galimberti, scambiandolo, come praticamente tutti, per l’uomo nuovo. La realtà è che invece è questa la sola etica e morale che si vuol lasciar passare, anzi inoculare, incredibilmente, come valori vincenti, ma che in realtà perdono e straperdono e soprattutto, valori, etica e morale non sono nel modo più assoluto.

Ciò equivale all’assunzione non tanto, del doversi far carico di un presente e passato colonialismo della classe dirigente tedesca, inglese, francese, belga, olandese, portoghese e occidentale in generale, quanto del sostituire i valori etico morali perduti dall’Occidente, inteso soprattutto come sistema intellettuale, con quelli della fame, di una durezza del vivere di tipo materiale, materialistica, miserabile e posta presuntamente come realtà esterna e non invece fortissimamente voluta da questi manipolatori dell’idealismo.

Ma non solo: farsene carico non già, chiedendo di cambiare e cambiando paradigma, ma assolutamente mantenendolo inalterato, assumendo quindi che sia pieno diritto dell’altrove oppresso comportarsi ora in modo speculare, contrario ma uguale, e all’oppressore – in realtà la classe sociale tuttora localmente, intellettualmente ed economicamente oppressa sia in Europa che in Africa, in Asia e ovunque, ed è ciò che promulga questa ignobile classe pseudointellettuale, ingranaggio e valore aggiunto del capitale, della sua accumulazione e concentrazione – di far assumere come vincente il nulla materiale, culturale e intellettuale di chi per sopravvivere è disposto a tutto e lo è, appunto, non per un valore ideale e morale, ma per sola sopravvivenza, penuria, necessità, per fame.

Avvelenatori di pozzi che non se ne vanno neppure a missione compiuta ormai da generazioni e che da generazioni prendono per sfinimento con l’induzione di un senso di inadeguatezza e colpe di una classe intellettuale che ha venduto l’anima, propria e delle masse che ha plagiato e il culo, questo solo della ggènte.

 

23/04/2020, Giovanni Moretti

fonte: https://www.facebook.com/gimore/posts/2346930315328026

 

note

1) https://www.facebook.com/FrontieraEfficiente/posts/riflessioniprof-galimberti/2267127893382795/
2) http://www.fedoa.unina.it/1423/1/D%27Anna_Filosofia_Ecologia_Teoria_Scienze_Umane.pdf
3) https://www.youtube.com/watch?v=nDmKzjyWL9c&feature=youtu.be&t=1035

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Giovanni Moretti
Giovanni Moretti
Giovanni Moretti è nato a Torino nel 1963. Specialista in architetture informatiche e servizi ICT, ha studiato e lavorato per più di trent'anni per grandi multinazionali del settore per trovarsi ora in un percorso a ritroso che era iniziato in giovinezza con l'algebra di George Boole, poi proseguito in direzione di Gottlob Frege raccogliendo, strada facendo, una profonda passione per la filosofia

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