Sarebbe stato un gesto di nobiltà d’animo e di lealtà, complimentarsi e ringraziare Giorgia Meloni e l’esecutivo per l’intenso lavoro diplomatico che finalmente ha riportato in Italia Chico Forti. Un
gesto, però, troppo rischioso, sbilanciarsi così apertamente verso la diretta avversaria proprio nel
periodo in cui si avvicinano diverse tornate elettorali, che culmineranno nelle elezioni europee di
giugno.
E allora, pur di non riconoscere l’eccellente risultato del governo Meloni che, dopo ben 24 anni di
attesa e di mancate risposte dei governi precedenti, è riuscito a riportare a casa Forti, la sinistra
che – come si dice in gergo – rosica, minimizza il fatto, talvolta accaparrandosene anche i meriti.
La narrazione che viene fatta da politici e giornali d’area è la stessa: Chico Forti torna in Italia
come fosse un emigrato che torna a salutare la famiglia, mentre Giorgia Meloni viene relegata al
ruolo di semplice annunciatrice, se non spettatrice, di questo banale fatto. Il più moderato sembra
essere Giuseppe Conte, leader grillino, che ha ringraziato l’ambasciatrice italiana in USA e ha
quantomeno citato il “governo”. Ma non il “governo Meloni”. Anche Quartapelle del PD resta sul
vago, ringraziando l’attuale governo e quelli precedenti. Premio rovesciatore frittata spetta honoris
causa a Angelo Bonelli, leader dei Verdi, che ha totalmente evitato di parlare di Meloni, scegliendo
di complimentarsi invece con Draghi: “È il frutto di anni e anni di pressioni che sono iniziate con il
governo Draghi”. I vanagloriosi renziani di Italia Viva invece si spartiscono i meriti: “Siamo lieti di
aver fatto la nostra piccola parte”. Anche i giornali di sinistra annunciano la notizia mestamente:
Repubblica si limita a scrivere dell’ “ok al rimpatrio”, la Stampa elenca i governi che hanno
consentito questa vittoria diplomatica, il Fatto Quotidiano invece non considera la notizia neppure
meritevole della prima pagina.
Ma a rimettere ordine ci ha pensato il guardasigilli Nordio. “Il rientro in Italia di Forti è un importante ed atteso traguardo raggiunto grazie all’autorevole impegno in prima persona del presidente Giorgia Meloni”: questa la nota del ministero. Un chiarimento doveroso viste le reazioni degli avversari politici ma che, in circostanze normali, non sarebbe stato necessario. Il merito del rientro in Italia di Chico Forti è solamente di Giorgia Meloni. In effetti ci aveva provato anche Luigi Di Maio da ministro degli Esteri, che all’epoca annunciò il possibile rimpatrio accolto dal governatore DeSantis: un annuncio che però non si avverò mai. Con Giorgia Meloni, finalmente, l’Italia ha ritrovato quella centralità che merita a livello internazionale: in Europa, con il rinnovato rilievo riconosciuto anche dai vertici comunitari che all’Italia spetta da Stato fondatore qual è; nel mondo, ad esempio con il Piano Mattei o con gli intensi dialoghi bilaterali con le varie potenze in nome di un atlantismo che è elemento cardine dell’esecutivo. Grazie alla serietà del governo Meloni, insomma, l’Italia ha riconquistato un’importanza strategica che negli anni si era persa: una
centralità che permette a Giorgia Meloni di rifiutare l’accordo della Via della Seta con la Cina,
l’infruttifero quanto pericoloso patto voluto da Conte, ma mantenendo comunque stabili i rapporti
con Pechino. Altro risultato passato in sordina: il silenzio e l’imbarazzo delle opposizioni, d’altronde, non possono che essere sintomo dell’ineccepibilità del lavoro svolto da Giorgia Meloni.
Finalmente a casa! Grande lavoro diplomatico.