“ Il pensiero espresso al Meeting di Rimini dal Ministro Lollobrigida sul tema dell’accesso al cibo di qualità è chiaro quanto il parallelo che ha espresso: gli anni del Covid19 hanno amplificato povertà e possibilità di accorciare le distanze, le persone delle aree rurali e dei quartieri più disagiati hanno come unica alternativa quella del cibo confezionato di bassa qualità. Una situazione che sta portando al moltiplicarsi delle cosiddette desert food: zone geograficamente o socialmente lontane da punti in cui si possono trovare prodotti alimentari sani o accettabili con tutto quello che ne consegue in termini di dieta, regime alimentare e, ultimo non ultimo, anche di cultura e coscienza agroalimentare.
Una situazione che sta colpendo da più di un decennio soprattutto gli Usa dove più di cinquanta milioni di americani vivono nelle aree del ‘deserto alimentare’ ma che non possiamo escludere possa svilupparsi anche in Europa dove le periferie ed i suburbi sono sempre più vasti e tendono sempre più ad impoverirsi, ad uniformarsi anche nel regime alimentare: cibi iper-processati, dannosi, circolano con larga diffusione accentuando patologie cardiovascolari, ipertensioni e diabete. Una degenerazione che può essere solamente peggiorata, per esempio, dal sistema del nutriscore che penalizza i prodotti della dieta mediterranea, che invece sarebbero essenziali per una migliore salubrità ed educazione alimentare.
Il Governo Meloni è partito con il piede giusto, disincentivando le delocalizzazioni, tornando alla difesa del nostro agroalimentare, alla tutela ed allo sviluppo della filiera corta. Il Ministro Lollobrigida ha più volte declinato come con l’affermazione della nostra sovranità alimentare potremmo tornare non solo a “mangiare tutti” ma soprattutto a “mangiare bene”. L’Italia come superpotenza della qualità, elemento che non è delocalizzabile. Il Made in Italy che vince nel mondo globale, facendo anche la differenza nella qualità che significa anche salute. Una sfida fondamentale. Da vincere.” Lo ha detto il capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Cultura alla Camera Alessandro Amorese.