Click day, indagini accelerate grazie alla denuncia della Meloni: la sinistra sbaglia ancora bersaglio

Sta subendo un forte rallentamento il fenomeno degli ingressi irregolari tramite canali legali, l’ormai nota questione click day che permette a migliaia di persone di arrivare nel nostro Paese senza però un posto di lavoro a disposizione, tramite accordi tra le mafie del Paese d’origine e nostrane. L’area più colpita è l’hinterland napoletano, specialmente l’area dei paesi vesuviani, in cui le comunità di cittadini bengalesi e in generale extracomunitari del Sub-continente indiano si sono andate espandendo pesantemente nel corso degli anni.

La “pantomima” di Repubblica

Il fenomeno è giunto agli onori della cronaca grazie alla denuncia del presidente del Consiglio Giorgia Meloni al Procuratore nazionale Antimafia. Una scelta che era stata criticata, senza indugio, ovviamente, dalle opposizioni. Da Repubblica il lamento più forte: il quotidiano, se apprezzava il gesto della premier ritenendolo un “buon esempio civico”, aveva sottolineato la presunta inutilità dell’azione, motivando che la denuncia è stata portata non “nell’ufficio che riceve esposti, ma in un ufficio che non fa indagini”. Con annessa spiegazione complottistica: “Tutto questo fa pensare – c’è scritto – che a quattro giorni dal voto europeo, in piena campagna elettorale, abbiamo visto inscenare una pantomima”.

Indagini accelerate e nuovi arresti

Ovviamente, nulla di più falso: quella dell’immigrazione clandestina è una tematica più che seria per il Governo Meloni, sulla quale non può esserci strumentalizzazione. Né tantomeno sulla questione del Decreto flussi, con il quale ogni anno l’esecutivo mette a disposizione dei posti di lavoro per extracomunitari che richiedono di entrare nel nostro Paese. Il fenomeno del click day ha sovvertito questo meccanismo, permettendo a migliaia di persone di arrivare sul nostro territorio con il compromesso di qualche imprenditore colluso: molte città sono invase dai flussi migratori, tanto da vedere storpiati i loro nomi (ad esempio Palma Campania, in provincia di Napoli, è stata rinominata “Bangla Campania”).  Ma oltre la serietà con cui il Governo Meloni ha scelto di affrontare una tematica annosa e gravosa per il nostro Paese, oggi dalle agenzie di stampa è giunta una notizia che mette a tacere i detrattori dell’esecutivo guidato da Fratelli d’Italia. Le indagini infatti “erano già in atto da qualche tempo” ma “si sono avvalse del coordinamento del procuratore nazionale antimafia per la loro accelerazione”. Le parole sono di Giuseppe Borrelli, procuratore di Salerno, durante la conferenza stampa in merito all’operazione che a portato all’arresto di 47 persone dopo la scoperta di una associazione a delinquere in favore dell’immigrazione clandestina. Una notizia che, dunque, non fa per nulla piacere alla sinistra, troppo impegnata a creare problemi che non esistono: l’azione di Giorgia Meloni nel recarsi presso il Procuratore antimafia è servita per accelerare le indagini sul tema. Altro smacco, questo, a una sinistra a corto di buone notizie.

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