Colosimo inaugura presidio anti-racket di Secondigliano. Sarà intitolata al poliziotto eroe Nicola Barbato

A Secondigliano, il quartiere della periferia settentrionale di Napoli e teatro di tre sanguinarie di camorra nell’ultimo quarto di secolo, tra i miliziani dei Di Lauro e il cartello degli “scissionisti “, arriva un importante avamposto di legalità.
Domani 10 marzo, alle ore 16, nella Sala Consiliare della 7° Municipalità di Napoli a Secondigliano, la prima associazione Antiracket e Usura del quartiere verrà intitolata al poliziotto eroe Nicola Barbato, ad un anno dalla sua scomparsa.
Barbato venne gravemente ferito il 25 settembre del 2015 mentre tentava di sventare un’estorsione nel quartiere di Fuorigrotta. Quel giorno Barbato si era finto un dipendente di un negozio di giocattoli che era finito nel mirino della camorra. All’uscita, uno degli estorsori li raggiunse nell’automobile e, dal sedile posteriore, aprì il fuoco: Barbato venne gravemente colpito alla nuca.
Il poliziotto, amico personale dell’attuale capo della polizia Vittorio Pisani, avendo entrambi prestato servizio alla Squadra Mobile di Napoli, venne promosso per meriti straordinari, nel 2016 venne insignito della Medaglia d’Oro al valor civile. Nel 2022 ricevette l’onorificenza di cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. L’uomo portò negli anni successivi i segni della grave ferita e nel marzo scorso è deceduto all’età di 61 anni, per complicazioni legate ad una polmonite. Alla cerimonia, insieme ai familiari di Barbato, interverranno, tra gli altri Chiara Colosimo Presidente Commissione Parlamentare Antimafia; Maria Grazia Nicolò, commissario straordinario antiracket e antiusura; il prefetto di Napoli Michele Di Bari; il Presidente Nazionale FAI Luigi Ferrucci e il il Coordinatore regionale Campania Rosario D’Angelo; il Presidente della FAI di Secondigliano Paolo Serpico ed il Presidente della Municipalità 7 Antonio Troiano. L’iniziativa si inserisce nell’ambito delle attività di progetto “Insieme contro racket e usura” finanziato dalla Regione Campania.
È di qualche giorno fa la proposta di ricordare l’agente con l‘intitolazione di una targa a in via Leopardi davanti alla Stazione Fuorigrotta della Cumana, nei pressi del luogo dove l’agente fu gravemente ferito dieci anni fa.

Chi era il poliziotto Nicola Barbato

Vice sovrintendente della Polizia di Stato, Nicola Barbato era in servizio nella Squadra Mobile della Questura di Napoli. Il 24 settembre 2015 era a Fuorigrotta per un servizio antiracket con un collega, si erano sostituiti ai commessi di un negozio di giocattoli vittima di estorsione. Nessuno, però, si era presentato per chiedere il pizzo. A fine turno, quando i due agenti erano tornati in auto, un criminale si era infilato nella Panda, sul sedile posteriore, e aveva aperto il fuoco.
Una delle pallottole aveva raggiunto Barbato alla nuca. Nonostante la gravissima ferita, il poliziotto era riuscito ad afferrare il giovane e l’aveva tenuto bloccato finché non ha perso i sensi. Il criminale è stato arrestato dopo due giorni di serrate indagini. Da quella sera Barbato non si è mai completamente ristabilito: era rimasto paralizzato e, nonostante le previsioni dei medici, era riuscito a riprendere l’uso delle braccia. E, nonostante l’enorme cambiamento, non aveva mai perso la forza.

I figli: “Per tutti è un eroe, per noi era papà”

Divisa addosso, lo sguardo fisso sulla telecamera, gli occhi di Luigi e Giovanna si fanno lucidi quando ricordano quel 24 settembre, quando erano a casa con la madre e aspettavano che il padre, come al solito, avvisasse di essere arrivato in stazione. Quella telefonata non arrivò mai. Nel frattempo, sui social cominciavano a rimbalzare le prime, confuse notizie: un agente era stato gravemente ferito in una operazione antiracket a Fuorigrotta.
Il resto è la corsa disperata al Loreto Mare, in tempo per vedere Nicola Barbato scendere dall’ambulanza, il successivo mese in cui è rimasto drammaticamente sospeso tra la vita e la morte, la lenta, lentissima ripresa al di là delle previsioni mediche. E, soprattutto, l’insegnamento che, anche dopo quella tragedia, hanno ricevuto dal loro papà. Poi, la scelta che cambia la loro vita: se Luigi aveva già deciso di entrare in Polizia, seguendo proprio l’esempio di Nicola, Giovanna ha abbandonato la sua carriera come insegnante di danza classica per indossare divisa e berretto, si è “innamorata” della Polizia di Stato dopo aver visto la vicinanza e la premura degli altri agenti nei confronti della sua famiglia in quei momenti terribili.

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Giovanni Curzio
Giovanni Curzio
Giovanni Curzio, 21 anni, napoletano, studente alla facoltà di Giurisprudenza della Università degli Studi Suor Orsola Benincasa. Da sempre è appassionato di giornalismo sia di cronaca che sportivo. Collabora anche con agenzie di stampa ed emittenti radiofoniche e televisive della Campania.

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