Ha preso il via “Istantanea digitale, l’inizio di una nuova era per il digitale”, l’evento organizzato da Fratelli d’Italia per parlare del mondo della comunicazione nella nuova era post-woke. Ad aprire l’evento è stato il deputato e responsabile organizzazione del partito, Giovanni Donzelli che ha raccontato come le nuove tecnologie abbiano cambiato non solo il mondo della comunicazione ma anche il mondo della politica e del modo di fare politica: “La tecnologia nella comunicazione può disarticolare i normali meccanismi politici”. Nel suo intervento Donzelli si concentra sulla nuova era della comunicazione: “L’accelerazione tecnologica cambia le modalità di comunicazione”, anzi, “ha già cambiato le modalità di comunicazione, e i cambiamenti nella comunicazione cambiano la politica. Inevitabilmente, in questo percorso, sta cambiando anche l’approccio che ci può essere tra una oligarchia culturale che pensava di dettare le linee politiche e culturali alla società mondiale. Adesso non ci riesce più perché queste nuove tecnologie e questi nuovi mezzi di comunicazione hanno democratizzato la comunicazione e quindi i cittadini hanno origine a tutte le fonti e quindi non ci possono essere più poche persone che decidono per tutti”. Donzelli non crede che i nuovi mezzi di comunicazione possano rappresentare rischi per la democrazia: “E’ l’esatto opposto, perché c’è la possibilità per tutti di accedere all’informazione, a qualsiasi proposta, anche quelle sbagliate, sicuramente, ma spetta a noi, al cittadino, farsi una coscienza, una cultura, una formazione. Pensare che ci sia invece qualcuno che decide quali sono le informazioni giuste e quali sono quelle sbagliate è molto poco democratico”.
Nel suo intervento il sottosegretario Butti si concentra sui rischi della libertà di espressione sfrenata garantita dalle piattaforme digitali: “Viviamo un momento di trasformazione profonda. In pochi mesi abbiamo assistito a una vera e propria inversione di rotta da parte delle grandi piattaforme digitali rispetto alla moderazione dei contenuti. Basta guardare cos’è successo a inizio anno: Zuckerberg ha decretato la fine del fact-checking su Meta e ha ridimensionato molte politiche sull’inclusione. Elon Musk ha rilanciato X sotto il segno del free speech, riducendo quasi a zero la moderazione. Una scelta che non nasce da nulla, nasce da una logica di mercato, meno regole” uguale “più utenti, più utenti” uguale “più profitto, ma meno regole significa anche meno tutele. Dietro l’apparente libertà assoluta si nasconde una dinamica ben più complessa, perché la verità è che in questo scenario digitale la libertà di espressione rischia di diventare un campo minato”. Infatti, “cosa succede quando si eliminano i filtri e si abbassano le difese? Da un lato – ha sottolineato il sottosegretario – aumentano le opportunità, c’è sicuramente più pluralismo, si aprono spazi per innovare, nascono nuovi modelli di moderazione distribuita, nuovi mercati per start up e anche nuove professioni. Però, dall’altro, aumentano i rischi: disinformazione, odio, polarizzazione. Pensate che il World Economic Forum ha definito la disinformazione come il principale rischio globale a breve termine, sia nel 2024 che nel 2025”.
Il deputato e responsabile programma di FdI sottolinea la sconfitta della cultura woke: La cultura woke ha perso perchè esistono i mezzi di informazione, se non ci fossero i social network ad oggi sarebbe ancora la cultura dominante”. “Come governo – prosegue Filini – difendiamo il diritto di ogni utente ad essere informato e a conoscere qualsiasi opinione. Io stesso sono una vittima della censura on line. Dobbiamo difendere a tutti i costi la libertà di parola in rete, ogni utente deve costruirsi la propria opinione avendo tutte le informazioni necessarie e non solo una parte di esse”. E pone l’accento sulla proposta di legge presentata da FdI: “Prevede che non si può togliere il diritto di espressione a nessuno. Semplicemente bisogna rispettare le regole della Costituzione, se vuoi operare in Italia non puoi andare contro le regole costituzionali”. “Il limite della libertà di espressione è la disinformazione. – conclude – La verità viene sempre a galla, la disinformazione si combatte con l’informazione corretta. È come un’agorà la piattaforma social, è l’utente che deve farsi un’opinione senza rinunciare a qualunque tipo di contributo che deriva dal dibattito”.
L’evento continuerà oggi e domani con dibattiti e panel che tratteranno i vari aspetti della comunicazione digitale con numerosi ospiti del mondo dei media.