“Questa conferenza è un altro grande successo italiano”. Così il Presidente Meloni alla vigilia della Conferenza Internazionale su Sviluppo e Migrazioni, che si tiene oggi 23 luglio a Roma presso la Farnesina.
Una Conferenza che coinvolgeoltre venti paesi mediterranei, arabi, europei, africani, con molti capi di Stato e di governo, oltre a numerose organizzazioni internazionali. Una iniziativa che è stata fortemente voluta dal governo italiano e che in questa occasione attraverso le parole del premier ha presentato quattro pilastri fondamentali su cui intende lavorare nel Mediterraneo. Nello specifico, “il contrasto all’immigrazione illegale; il governo di flussi illegali di immigrazione; il sostegno ai profughi e ai rifugiati e, più importante fra tutti, la cooperazione ad ampio raggio per sostenere lo sviluppo in Africa e nei paesi di provenienza delle rotte dei migranti, affrontando alla radice le cause profonde delle grandi migrazioni.”
Tutti temi che per essere trattati adeguatamente necessitano, prima di tutto, di un cambio di impostazione, di “soluzioni strutturali” in grado di “fermare definitivamente il fenomeno delle immigrazioni irregolari”.
I principali attori che ruotano attorno al fenomeno migratorio si siedono allo stesso tavolo per fare esattamente questo, in una iniziativa che è “unica nel suo genere” e che dà il via ad una “nuova stagione”, in cui il nostro Paese è il protagonista indiscusso, dovendo riconoscere al Governo Meloni il merito di essere stato in grado di riunire capi di Stato e di governo, organizzazioni internazionali e istituzioni europee per parlare insieme della questione migratoria. Il che “dimostra non solo l’amicizia che intercorre tra di noi, ma dimostra soprattutto la consapevolezza che ciascuno di noi ha che per affrontare efficacemente le grandi sfide che abbiamo di fronte è fondamentale essere capaci di lavorare insieme”, ha detto Meloni.
È esattamente questo il nuovo modo con cui il mondo sta guardando alla migrazione, all’Africa, ai paesi di partenza e di transito. Un nuovo modo di osservare la realtà che partendo dalla visione fornita dal nostro Presidente del Consiglio ha convinto e ha fatto aprire gli occhi anche ai più scettici. Un nuovo modo di approcciarsi alla realtà in cui l’idea principale è quella di creare “un dialogo tra pari” per arrivare a “centrare obiettivi concreti”.
Introducendo i lavori della conferenza Giorgia Meloni ha inoltre ribadito come questo evento sia l’inizio di un percorso in cui crede fortemente e che “ci piace chiamare processo di Roma, che deve rafforzare il dialogo fra noi, ma anche essere aperto ad altri contributi”.
“Siamo pronti a fare ancora di più in un’ottica di partenariato strategico. Ma il partenariato deve essere paritario, non predatorio, multidimensionale, di lungo periodo. Deve essere fondato sul rispetto e non su un approccio paternalistico, sulla solidarietà, sul rispetto della sovranità di ciascuno, sulla condivisone di responsabilità, sulla tutela della legalità. Questo è l’unico modo serio di rafforzare il nostro legame, di fidarci l’uno dell’altro sempre di più e di favorire lo sviluppo e la prosperità dei nostri popoli”, ha concluso il premier.