Alla vigilia del Consiglio dei Ministri del 1° maggio, convocato simbolicamente in questa data per discutere di misure relative al lavoro, il Presidente Meloni incontra le organizzazioni sindacali a Palazzo Chigi.
Per il governo sono presenti, oltre a Giorgia Meloni, il ministro del Lavoro Marina Elvira Calderone, il ministro dell’economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ed i sottosegretari alla Presidenza del consiglio, Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari. Sul fronte sindacale partecipano il segretario della Cgil, Maurizio Landini, il segretario della Cisl Luigi Sbarra, il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri, ed il segretario dell’Ugl Paolo Capone.
Come dichiarato dal premier “La priorità del governo è alleggerire la pressione fiscale sul costo del lavoro. Abbiamo approvato il Def, che ha liberato risorse che abbiamo dedicato completamente a taglio del cuneo fiscale. Avevamo già dato un segnale con la legge di bilancio, mantenendo i due punti di taglio già decisi dal precedente governo per i salari sotto i 35.000 euro e aggiungendo un ulteriore punto”, aggiungendo che si procederà alla riforma del Reddito di cittadinanza, “per distinguere chi è in grado di lavorare da chi non lo è”.
L’incontro è stato pensato per come primo passo per creare “un dialogo serio, costruttivo, sia sul lavoro sia su tutte le materie che affronteremo: Pnrr, RepowerEU, correzioni su come spendere le risorse, politica salariale e conseguente lotta all’inflazione, riforme, che affronteremo nelle prossime settimane”, ha sottolineato da Meloni.
Il prossimo Consiglio dei Ministri dunque non può essere visto come “una mancanza di rispetto”, ma piuttosto come un segnale forte per comunicare a tutti quanto il lavoro sia fondamentale in questo Paese e come il Governo sia impegnato a varare misure concrete in questo campo, rispettando il dettato costituzionale attraverso azioni concrete, perché l’Italia deve essere, sul serio, una Repubblica basata sul lavoro.