Giorgia Meloni interviene alla sessione di apertura del IV Vertice del Consiglio d’Europa con un discorso che richiama il senso più profondo della democrazia e della libertà dei popoli.
Il summit iniziato il 16 maggio ha luogo dopo 18 anni dalla riunione conclusiva della Presidenza italiana, a Torino, durante la quale nacque l’idea di questo Vertice.
Dopo quasi vent’anni, il contesto che ci circonda è decisamente mutato e soprattutto “la brutale aggressione russa all’Ucraina ha messo in discussione molte certezze sulle quali noi per troppo tempo ci eravamo ingenuamente adagiati”, sottolinea il premier.
Per cui “è giusto che un atto così grave sia condannato proprio qui, al Consiglio d’Europa, la casa di tutti gli europei costruita con il compito preciso di evitare il ripetersi delle atrocità della seconda guerra mondiale, difendendo la democrazia e difendendo il diritto, quel diritto degli Stati senza cui noi non possiamo difendere il diritto degli uomini”.
Il popolo ucraino sta difendendo i suoi valori, che sono anche quelli fondanti dell’identità europea: la libertà, la democrazia, la giustizia, l’uguaglianza tra gli uomini. Insieme all’Ucraina, che “con la sua determinazione ha fatto capire al mondo intero quanto possa essere difficile piegare un popolo libero”, anche l’Europa sta facendo la propria parte “per garantire all’Ucraina il futuro di libertà, di integrità, di democrazia che merita, il futuro europeo che merita”, e affinché si arrivi ad una pace giusta e non ad una resa, perché altrimenti “vivremmo un mondo nel quale alla forza del diritto si sostituisce il diritto del più forte e quel mondo è un mondo che non conviene a nessuno.”
Giorgia Meloni ricorda anche il ruolo dell’Italia che, tra le altre cose, “ha immediatamente aderito all’accordo promosso dal Consiglio d’Europa per istituire il Registro dei Danni causati dalla guerra, perché non vi sia impunità”.
L’Europa oggi più che mai è chiamata “a ribadire la difesa della dignità umana in ogni contesto, perché questo è l’Europa: una roccaforte di valori costruita nei millenni, la nostra vera, unica, forza dinnanzi alla violenza dei tiranni, ma anche dinnanzi ai nuovi pericoli che vivono le nostre società.”
È questa la forza più grande che l’Europa possiede e che deve utilizzare per affrontare le sfide attuali, che spesso rischiano di minare le fondamenta delle società democratiche fondate sul diritto. Agire congiuntamente in nome dei principi di democrazia, libertà, dignità, pace è l’unico modo per sconfiggere e per guardare oltre il nemico, oltre l’ingiustizia, oltre i conflitti. È l’unico modo per guardare oltre, per guardare al futuro, che deve essere un futuro fatto di pace e di stabilità. Nel 1949 dieci nazioni diedero vita al Consiglio d’Europa, la principale organizzazione di difesa dei diritti umani in Europa, con lo scopo di promuovere la democrazia e i diritti umani. Oggi i membri del Consiglio d’Europa sono 46.
Un segnale che conferisce ancora più rilevanza alla missione dell’Europa, che ora più che mai è chiamata a rispondere alle sfide attuali agendo insieme, per costruire una realtà più equa e più libera.