Ieri, Roma ha ospitato la manifestazione “Basta soldi per le armi. Fermiamoli!”, orchestrata da Giuseppe Conte e dal Movimento 5 Stelle. Da Piazza Vittorio Emanuele II a Via dei Fori Imperiali, migliaia di persone—100.000 secondo gli organizzatori, numero gonfiato ad arte—hanno sventolato bandiere della pace, del M5S e della Palestina. Sul palco, Conte ha attaccato il piano “ReArm Europe” di Ursula von der Leyen, 800 miliardi per la difesa europea, bollato come “follia” che toglie fondi a sanità e welfare. Ma dietro i suoi proclami pacifisti c’è solo la solita propaganda grillina, buona per raccattare consensi.
La piazza, aperta a “tutti i contrari al riarmo”, ha messo insieme un’accozzaglia prevedibile: dai Verdi-Sinistra di Fratoianni e Bonelli a una delegazione PD con Francesco Boccia (Schlein, guarda caso, latitante). Sul palco, Alessandro Barbero, Marco Travaglio e Tomaso Montanari hanno fatto da cornice intellettuale, con Paola Taverna a moderare il tutto. Spettacolo a parte? Rita De Crescenzo, tiktoker napoletana che tra selfie finti e deliri social ha reso l’evento una baracconata. Il M5S la scarica, ma l’imbarazzo resta.
Conte ha chiuso con un sogno da megalomane: “Da qui nasce l’alternativa di governo”. Peccato che il suo pacifismo sia una farsa. Quando era premier, le spese militari sono salite—oltre il 10% tra 2018 e 2022, altro che “basta armi”. E mentre accusa Meloni di “svendere l’Italia alla Germania”, dimentica che il M5S ha sempre strizzato l’occhio all’UE quando serviva. Questa piazza non è per la pace: è il disperato tentativo di un partito al 10% di tornare rilevante.
Intanto, la sinistra continua la sua pantomima altrove. Oggi, a Bologna e Firenze, le piazze di “Una piazza per l’Europa” rispolverano il Manifesto di Ventotene, magari accarezzando la dittatura delle élite socialiste mascherata da europeismo. Noi de La Voce del Patriota diciamo no a entrambe le fazioni: né il disarmo grillino, né il sogno globalista dei progressisti. L’Italia deve rinforzare la propria difesa, ma dentro una colonna europea della NATO, per un Occidente forte e sovrano.
Altro che bandiere della pace: in un mondo di guerre, la sicurezza è un dovere.