Ieri l’Espresso è uscito con un’inchiesta che ci svela uno dei tanti errori commessi, forse per incompetenza, dal Governo, nei primi giorni dell’emergenza Coronavirus.
Questi i fatti: Il 3 marzo la Cina vuole aiutare l’Italia con spedizioni a prezzi di favore. Siamo all’inizio di questa emergenza, il virus non aveva ancora falcidato tante vite ma si comprendeva che la situazione era a dir poco allarmante. I morti quel giorno sono 79, i casi totali 2.502.
C’era ancora il tempo per organizzarsi e procurare subito alla nazione tutto il materiale utile a potenziare le difese contro il virus.
La Presidenza del Consiglio, grazie ai rapporti di amicizia tra medici italiani e cinesi stava per importare milioni di mascherine. L’operazione sarebbe stata possibile grazie alle garanzie spese dal ministero della Sanità di Pechino a favore del nostro Paese, qualcosa però si inceppa il 4 marzo dopo una decisione unilaterale del Dipartimento della Protezione Civile: quel giorno l’Ufficio VI-Amministrazione e bilancio della struttura di Angelo Borrelli stabilisce che il pagamento senza anticipi, e quindi le relative garanzie da dare ai fornitori dall’altra parte del mondo, non sono più a carico dello Stato italiano ma di una società privata a responsabilità limitata di Roma, la Apogeo srl specializzata nell’importazione di oggettistica, come tapiri di plastica, statuine di Batman, penne, ombrelli, orologi da due euro, cavatappi e altri gadget per fiere e convegni. Questo risulta dal suo sito Internet, che, con tutta evidenza, i partner cinesi hanno immediatamente controllato.
Naturalmente l’improvviso cambio di riferimento del soggetto pagatore avrebbe fatto venire meno le condizioni di fiducia da parte cinese, provocando prima un grave ritardo di settimane, poi l’annullamento delle spedizioni. La merce già imballata e pronta per l’imbarco infatti è poi rimasta bloccata nei Paesi di transito come India, Turchia e Francia che nel frattempo hanno fermato le esportazioni. L’Italia ha così perso il vantaggio di giorni che aveva sulla pandemia.
Naturalmente l’improvviso cambio di riferimento del soggetto pagatore avrebbe fatto venire meno le condizioni di fiducia da parte cinese, provocando prima un grave ritardo di settimane, poi l’annullamento delle spedizioni. La merce già imballata e pronta per l’imbarco infatti è poi rimasta bloccata nei Paesi di transito come India, Turchia e Francia che nel frattempo hanno fermato le esportazioni. L’Italia ha così perso il vantaggio di giorni che aveva sulla pandemia.
L’Espresso fornisce anche le prove e la lettera di commessa della Presidenza del Consiglio che annuncia il contratto alla società Apogeo s.r.l. per il pagamento delle forniture sanitarie, ricostruendo, anche grazie a testimonianze di imprenditori italiani e cinesi, l’esatta dinamica di quanto avvenuto. Documenti che rivelano un’altra versione dei fatti rispetto a quella raccontata dal capo del Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, a Repubblica nell’intervista del 23 marzo scorso. «Quando la richiesta è spropositata rifiuto l’ordine: non posso buttare i soldi dello Stato», dichiara Borrelli.
A quanto pare non è andata così, e la possibilità di avere quelle mascherine a prezzi di favore è saltata solo ed esclusivamente per incompetenza. Chissà se qualche giornalista entrerà nel merito di questo episodio nella conferenza stampa di stasera rivolgendo una richiesta di spiegazioni a Borrelli?
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