Covid, Bergamo. Per la Procura Speranza ha mentito.

A Bergamo sono diciotto mesi che si indaga. La procura ha acceso da tempo un faro sulla gestione dei primi mesi della pandemia nel triangolo Lombardo. Le indagini sono partite dalle prime denunce fatte dai familiari delle vittime della Val Serina, che costituitesi in comitato hanno chiesto conto delle omissioni rispetto alle dichiarazioni sulle zone rosse, ai discarichi di responsabilità, ai rimpalli tra i livelli locali, regionali e centrali.

Allo stato sono indagate 6 persone, per epidemia colposa e a questo si sta sovrapponendo un terremoto politico che può assumere dimensioni ragguardevoli. In un’intervista al quotidiano Domani, il pm che si occupa della vicenda ha dichiarato: “Speranza potrebbe aver detto cose non veritiere” ed è anche su questo che la procura sta indagando, sulle dichiarazioni lacunose che gli attori principali della gestione della prima fase avrebbero rilasciato agli inquirenti.

Abbiamo il già Direttore per la prevenzione del Ministero della Salute, Ranieri Guerra, poi pezzo grosso OMS, e poi componente del CTS, che non solo non aveva provveduto ad aggiornare il piano pandemico, ma che premeva su un ex dipendente dell’OMS affinché ritirasse un rapporto dove espressamente si affermava che il piano pandemico in Italia non veniva aggiornato dal 2006 e che l’inizio della gestione della pandemia era stata caotica e creativa. Poi il direttore dell’Istituto Superiore di Sanità, Brusaferro, con il quale Ranieri Guerra chattava, vantandosi di aver fatto ritirare il rapporto in questione.

I due descrivono un Ministro Speranza irritato per i contenuti del rapporto e verosimilmente intento a nascondere le responsabilità della pessima gestione dei primi mesi di Covid. E lo stesso Speranza, alle Camere, aveva improvvidamente dichiarato che il piano pandemico ci sarebbe stato e che anzi, proprio grazie all’attività posta in essere dal suo dicastero si sarebbe arrivati ad un risultato eccezionale.

Medio tempore il Ministro scriveva libri, che poi ritirava, su un fantomatico approccio strepitoso alla pandemia, il “modello Italia”, peccato che nel frattempo arrivavano accuse pesantissime: secondo un rapporto redatto dal generale dell’esercito in pensione Pier Paolo Lunelli, infatti, e acquisito dalla Procura di Bergamo, il mancato aggiornamento del piano pandemico potrebbe aver contribuito a causare 10.000 morti in più.

E Fratelli d’Italia sono mesi che denuncia le reticenze e gli inquietanti coni d’ombra di questa vicenda. Grazie alla tenacia dell’On. Bignami il Governo è stato trascinato in Tribunale e si è riusciti a far mettere sul tavolo delle carte che avrebbero voluto lasciare secretate.

E così oggi, dopo queste scottanti dichiarazioni del pm di Bergamo, le nebbie iniziano a diradarsi e i contorni delle responsabilità del Ministro Speranza iniziano a delinearsi e si può ipotizzare che la platea degli indagati sia destinata ad aumentare. L’ipotesi dell’accusa è grave, inquietante e potenzialmente dirompente, ma indipendentemente da quanta responsabilità penale o civile dovesse mai pendere sul capo del Ministro, è certo che sotto il profilo politico i giochi sono fatti, e il solo ragionevole sospetto che il Ministro abbia potuto mentire per coprire delle mancanze, dovrebbe indurlo istantaneamente alle dimissioni … così come invano richiesto dal partito della Meloni.

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