Sta tornando il Covid – 19: in realtà non se ne era mai andato, come qualsiasi altro fenomeno epidemiologico nella storia. Non c’è una data di scadenza, finché non vi sarà una cura definitiva l’essere umano dovrà e potrà fare una sola cosa: conviverci, non dimenticando la sua imprevedibilità e, allo stato attuale, non solvibilità.
A fronte del possibile riacuirsi dei contagi, il Governo Conte II corre ai ripari: chiusura delle discoteche e imposizione delle mascherine dalle ore 18 alle ore 6. Da che mondo è mondo, il Covid – 19, infatti, dalle ore 6.01 alle ore 17.59 è in vacanza, forse al mare, come qualsiasi villeggiante italiano.
Chiaramente – verrebbe da pensare alle persone dotate di senno – è necessario, onde evitare il diffondersi del virus, limitare qualsiasi possibilità di trasmissione dello stesso dall’esterno all’interno del Paese.
Alle persone dotate di senno, per l’appunto.
Perchè, a fronte della chiusura delle discoteche – che potrebbe essere solo il preludio ad un coprifuoco serale più pressante – il ministro dell’interno Lamorgese, pur riconoscendo che gran parte del problema “contagi” derivi dall’arrivo di migranti irregolari, non ha posto alcun rimedio alla situazione, avallando di fatto l’arrivo di soggetti infetti dall’esterno all’interno dell’Italia.
Nonostante, infatti, l’appello ad inizio mese del sindaco di Lampedusa, Totò Martello, per segnalare che gli hub isolani erano completamente al collasso, con la paura presente nel personale accogliente per la presenza di soggetti positivi al Covid, non si è riusciti – né probabilmente si riuscirà – a porre un freno agli sbarchi.
Come confermato dal fact checking effettuato dall’ISPI (Istituto Studi Politica Internazionale), nell’arco di tempo che va da maggio a luglio, sono da registrare all’incirca “un centinaio…persone straniere giunte irregolarmente via mare in Italia e trovate positive al nuovo coronavirus”. Un dato allarmante, che fa il paio con quanto affermato dallo stesso ministro Lamorgese qualche giorno fa.
“Allo stato attuale, non sappiamo come ovviare alla problematica degli sbarchi…gli arrivi sono determinati da sbarchi autonomi difficilmente gestibili…non si può fermarli in mezzo al mare…”. Oltre il riconoscimento del problema, però, nessuna soluzione è stata prevista, se non un richiamo all’Europa in funzione di una redistribuzione dei migranti che tarda ad arrivare.
“Ho detto a Johansson (commissario UE Affari Interni, n.d.r.)…che si tratta di un problema che riguarda l’Europa…lo stesso presidente tunisino Sayed (in quanto l’aumento degli sbarchi è dovuto alla situazione di forte crisi economica tunisina, n.d.r.) mi ha detto che non ha mai visto interessarsi della questione l’Europa”.
Insomma, il problema è ben noto, la correlazione tra aumento dei contagi ed immigrazione clandestina idem, ma non si pone alcuna soluzione pratica. Come sempre.
Nel frattempo, si teme un nuovo lockdown: i nostri settori produttivi ed aziende sono in ginocchio, che quantomeno il Governo cerchi di porre un freno a questa potenziale bolla che, esplodendo, farebbe ripiombare nel caos il Bel Paese.