Con l’avvio dell’emergenza legata al Covid-19, il governo ha accentrato su di sé gran parte delle decisioni. In questi mesi, palazzo Chigi ha emanato ben 24 decreti legge che predispongono misure per fronteggiare la crisi economica e sanitaria. Ma l’approvazione di una norma non ne conclude l’iter. Inizia infatti un’altra partita legata all’adozione dei cosiddetti decreti attuativi.
DECRETI ATTUATIVI A RILENTO, IL 66% ANCORA DA APPROVARE
Si tratta di norme di dettaglio, generalmente affidate ai ministeri, indispensabili per rendere operative le misure varate dal governo. Ad oggi, i decreti attuativi previsti sono 297. Di questi, 198 sono ancora da adottare. Senza questi atti, molti dei provvedimenti messi in campo rischiano di rimanere incompiuti.
Parliamo di decisioni quali il blocco dei licenziamenti, il rifinanziamento della cassa integrazione, il bonus partite iva e così via. In alcuni casi tali decreti sono immediatamente eseguibili, ma quando le materie da disciplinare sono ampie e complesse si rende necessario ricorrere allo strumento dei decreti attuativi.
Alcuni decreti attuativi prevedono una specifica data entro la quale devono essere pubblicati.
E ben 60 di questi sono già scaduti. Si tratta di una situazione molto delicata poiché senza questi atti non è possibile erogare delle risorse a favore dei cittadini. Tra i decreti non adottati entro la scadenza vi sono anche quelli che dovrebbero stanziare somme a favore dei comuni particolarmente colpiti dal Covid. Ma ve ne sono altri che, seppur non scaduti, sono molto attesi. Come quello relativo alla definizione dei criteri di assegnazione alle regioni e province autonome di fondi per l’acquisto di mezzi pubblici.
Un momento molto delicato, che riguarda in particolar modo i provvedimenti più complessi, tra questi proprio i decreti covid19. Anche se alcuni di essi sono dalla portata normativa più limitata, altri hanno una ricaduta legislativa ed economica non indifferente. Parliamo nello specifico dei 2 provvedimenti clou, il cura Italia e il decreto rilancio. Atti che messi assieme prevedono uno scostamento di bilancio di circa 80 miliardi di euro per il 2020, prova della loro complessità.
Molto del lavoro delle prossime settimane riguarderà il Ministero dell’economia e delle finanze. È infatti responsabile per 36 decreti attuativi tra quelli presi in considerazione. Di questi, 23 fanno riferimento al decreto rilancio (attualmente ancora in discussione), e rispettivamente 7 e 6 al decreto liquidità e al cura Italia, entrambi già convertiti in legge
Altri 2 dicasteri che saranno particolarmente coinvolti dalla prossima fase sono quell’istruzione e quello dello sviluppo economico. Fatto evidente considerando quali saranno le priorità dei prossimi mesi, rilancio economico del paese e ripresa dall’anno scolastico.
DA ADOTTARE ANCORA L’81% DEI DECRETI ATTUATIVI COVID19
L’attuazione dei decreti covid19 è ancora in una fase embrionale. Dei 165 previsti 31 sono stati adottati, il 19%. In particolare l’attuazione del decreto liquidità (0 adottati su 12 previsti) e quello del decreto studi epidemiologici (0 su 1) deve ancora iniziare del tutto. Come anticipato la maggior parte del lavoro ancora da completare riguarda il decreto rilancio e il cura Italia. Per il primo sono stati adottati 9 dei 103 decreti attuativi previsti, mentre per il secondo 16 su 36.
Oltre al già menzionato decreto liquidità, anche il tanto discusso decreto scuola richiederà ulteriore lavoro. Attualmente degli 11 provvedimenti attuativi previsti, ne sono stati adottati 4.
Una delle proposte che ha avuto più risalto mediatico è la cosiddetta maxi detrazione prevista dall’ecobonus “ristrutturazioni-sisma” del decreto rilancio. Gli articoli in questione (119 e 121) prevedono ben 3 decreti attuativi, 2 in capo al ministero dell’economia e l’altro dello sviluppo economico, tutti ancora da adottare. Due di essi poi devono essere adottati entro il 18 giugno, termine per la scadenza.
Discorso analogo può essere fatto per il decreto attuativo che definisce le modalità di credito d’imposta per gli adeguamenti degli ambienti di lavoro causa Covid19 (articolo 120). Possiamo quindi dire che le misure economiche a sostegno dei cittadini sono state approvate, ma le norme che permettono di usufruirne no.
Le misure economiche a sostegno dei cittadini sono state approvate, ma le norme che permettono di usufruirne no.
Altro tema che ha attratto l’attenzione dei media è stato il “bonus mobilità“. La possibilità quindi di ricevere un parziale rimborso spese per l’acquisto di bici e mezzi sostenibili. Il decreto ministeriale in questione è in mano al dicastero dell’ambiente, che però deve ancora adottarlo. Motivo per il quale se da un lato gli acquisti sono saliti, dall’altro non è chiaro come si chiederà il rimborso, e se basteranno le risorse.
Anche il fondo emergenziale a tutela delle filiere in crisi (articolo 222), con una dotazione di 500 milioni, è ancora in attesa del provvedimento che ne stabilisce le modalità di attuazione. Provvedimento che doveva essere preso entro l’8 giugno, cosa che di fatto non è successa.
Per approfondire l’argomento:
L’attuazione dei decreti Covid19, una lunga e contorta strada