Non c’è una via di mezzo: per risolvere la questione dell’immigrazione clandestina, non può che esserci un impegno forte del Governo Meloni, che fin qui, anche nei mesi più complicati di inizio 2023, non è mai mancato. La strategia scelta dall’esecutivo guidato da Fratelli d’Italia, quella cioè di prevedere una fitta pianificazione con i Paesi di origine e di transito dei flussi, soprattutto con quelli da cui parte il maggior numero di clandestini, è probabilmente l’unica applicabile, ma certamente la migliore possibile: Giorgia Meloni, dopo anni di malgoverno, ha finalmente portato a Palazzo Chigi un approccio totalmente rinnovato in fatto di immigrazione, proponendo come strada da percorrere quella del dialogo e della cooperazione con tutti gli attori in campo. Partendo dagli Stati africani, passando per quelli europei e per l’Unione europei. Ad ognuno il suo.
Sinistra, lacrime di coccodrillo
L’ultimo caso di cronaca, quello dell’agente di Polizia accoltellato e ridotto in fin di vita da un extracomunitario presso la stazione di Lambrate, ha aperto altre discussioni riguardo la gestione dell’immigrazione, soprattutto dopo le parole del sindaco di Milano Giuseppe Sala, uno tra i dem più aperti alle derive ideologiche green, woke e no-border tipiche della sinistra, che, ridestato, ha chiesto al governo (incolpandolo di ciò) perché il criminale fosse libero per strada, quando invece già da tempo ne era stato richiesto il rimpatrio. Ma le sue parole hanno avuto un evidente effetto controproducente: anche la lentezza sull’efficienza amministrativa dei rimpatri può essere facilmente ricondotta alla sinistra, che in dieci anni di governo non ha provveduto a implementare i Centri di permanenza dei rimpatri, considerati quasi come dei lager che violano il migrante, ma anzi lavorando per il loro smantellamento de facto,ignorando però che era la stessa Unione europea a richiederli e a disporli. Dal palco della conferenza programmatica di Fratelli d’Italia, a Pescara, Sara Kelany, deputato e responsabile del dipartimento Immigrazione del partito, ha ben spiegato come stanno le cose: l’insofferenza ai Cpr è nata perché “probabilmente non si è compreso a che cosa servano questi Cpr”, che altro non fanno che “trattenere in prevalenza i migranti pericolosi socialmente”. Il problema è stato che “per 10 anni abbiamo vissuto una destrutturazione di questo sistema, ci siamo trovati nella condizione di dover gestire una situazione molto gravosa anche sotto il profilo economico”. Insomma, A causa delle strane teorie dem, ora la situazione in Italia è quella che è. E le lamentele di Sala sono soltanto lacrime di coccodrillo.
Il piano per rimpatri più veloci
Per velocizzare i rimpatri, allora, il Governo sta già lavorando su due fronti: incrementare il numero dei Cpr e semplificare le procedure di rimpatrio. Sul primo versante, sono arrivate già le parole del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: “È intenzione del governo – ha dichiarato il titolare del Viminale – realizzare i nuovi Cpr. A breve, prima dell’estate, usciremo con le prime individuazioni di un piano complessivo su dove realizzarli. Sempre prima dell’estate illustreremo le prime ipotesi”. Ancora dal Viminale fanno sapere che “se Sala ci darà una mano a ripristinare la piena agibilità del Cpr di via Corelli, danneggiato dagli stranieri trattenuti, e alla realizzazione in tempi brevi del secondo Cpr a cui stiamo lavorando al Viminale potremo insieme garantire un rafforzamento delle condizioni di sicurezza della città”. E si sta lavorando per attivare i Cpr in Albania. Contestualmente, sarà necessario lavorare per semplificare i rimpatri, e anche su questo il governo è già al lavoro, prevedendo, ad esempio, l’allargamento della lista dei Paesi sicuri verso i quali facilitare il rientro dei clandestini. Tra questi, Bangladesh, Sri Lanka ed Egitto, che hanno un peso considerevole sul traffico dei migranti che giungono in Italia. Per fare ciò, inoltre, l’impegno è quello di creare una rete di accordi di cooperazione internazionale con i Paesi di origine e di transito dei flussi, che riguardino anche il tema dei rimpatri degli irregolari e dei detenuti.