I numeri parlano da soli. E non hanno bisogno di troppi commenti. Secondo l’Inps nei primi due mesi del 2023 le nuove domande di Reddito e Pensione di Cittadinanza sono crollate: il 65% in meno. E’ l’effetto della decisione del governo di fermare un provvedimento che, così per com’era stato disegnato, faceva pendere la bilancia verso l’assistenzialismo.
Una scelta criticata e messa in discussione da subito dal governo Meloni, che ancor prima era stata annunciata in campagna elettorale. Detto, fatto: i provvedimenti del governo hanno avuto subito l’effetto. Le richieste sono passate dalle 261.378 del 2022 alle poco più di 90 mila del 2023. Di queste, solo 88 mile erano state presentate a gennaio. A febbraio 2023, dunque, le richieste sono quasi azzerate.
Conseguentemente scende sensibilmente anche la spesa dello Stato. Ad incidere c’è soprattutto l’effetto dissuasione creato dalla scelta del governo. Nonostante il governo abbia stabilito in gennaio 2024 la data di termine del provvedimento, in molti hanno evidentemente deciso di iniziare a guardare altrove.
E insieme al dato del calo delle richieste del reddito, c’è quello della crescita nelle assunzioni. C’è una ripresa del mercato del lavoro. Secondo le rilevazioni della Banca d’Italia, del ministero del Lavoro e dell’Anpal, tra gennaio e febbraio sono stati creati oltre 100mila posti di lavoro al netto delle cessazioni. Un incremento superiore al doppio di quello del bimestre precedente.
Il clima e le condizioni, insomma, stanno cambiando. Numeri che spiegano quello che sta succedendo e a cui il governo Meloni ha iniziato a lavorare da subito, con provvedimenti inequivocabili per gli sgravi fiscali. Finisce l’era delle mance e dell’assistenzialismo, inizia quella del lavoro. Più chiaro di così si muore.
Spero sia solo l’inizio. Giorgia ha detto qualche tempo fa che il lavoro lo creano le aziende.
Lo leggo in contrapposizione ai tanti che si inventano lavori inesistenti come i “navigator” o le assunzioni pubbliche per assistenzialismo, o ancora che pensano di vincere la povertà regalando soldi che non hanno.
Allora andiamo avanti NON “aiutando le aziende”, ma semplicemente togliendo alle aziende i vincoli che impediscono loro di vivere e svilupparsi. Ne richiamo solo qualcuno:
In cambio, eliminare gradualmente tutti i sussidi e le condizioni di favore, che non fanno altro che distorcere l’efficienza mantenendo in vita chi non dovrebbe a carico delle aziende sane.
Sono fiducioso che lo spirito liberale che vedo in FdI, accanto al patriottismo che ne è complemento necessario, saprà muoversi in questa direzione.
A.
PS: mi piacerebbe che questa rubrica fosse un luogo di confronto di idee, anche diverse, non una ulteriore occasione per insulti e sfoghi senza senso. Se si scrivono cazzate, si intervenga argomentando perchè lo sono, magari ha anche ragione, ma lo spieghi.
Con affetto
Certo che ne scrivete di cazzate
La libertà -in un Paese democratico come l’Italia- consente anche a te, Alberto Nappa, di scrivere anche le “tue” cazzate, oltre ad ‘cassare’ le opinioni degli altri. Forza! impegnati un po’, dai, dai che ce la fai.