Dante Alighieri è stato il più grande poeta italiano. C’è bisogno di dirlo? Studiare, leggere e rileggere la Divina Commedia significa stupirsi, emozionarsi e scoprire, semmai ce ne fosse bisogno, che tutta la sua opera è stata un monumento all’Italia. A quell’Italia che sarebbe nata solo nel 1861. A oltre 500 anni dalla sua morte.
Eppure Dante è il primo che davvero unisce l’Italia. Lo fa descrivendone i difetti “Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello! ” – non sembra scritta per l’oggi? -; lo fa dandone dei confini che, ricordando il dramma delle foibe e dell’esodo, danno ancora i brividi: “Sì come ad Arli, ove il Rodano stagna,
Sì come a Pola presso del Quarnaro Che Italia chiude e i suoi termini bagna.”
Ma soprattutto unisce l’Italia davvero con quella che ancora oggi è il maggior vanto della nostra nazione: la lingua.
Che è, per suono, essa stessa poesia.
Dante con la Divina Commedia e la De Vulgari Eloquentia ha reso il volgare fiorentino la lingua degli italiani.
Ed è soprattutto per questo che Giuseppe Mazzini, l’anima del Risorgimento italiano, gli dona la definizione più bella che un patriota potrebbe sognare: “Ogni città d’Italia quando l’Italia sarà libera ed una, dovrebbe innalzargli una statua.”
La notte fra il 13 e il 14 settembre del 2021 saranno 700 anni dalla morte del Sommo Poeta ed è quindi necessario ricordarlo per ricordare a noi stesso l’importanza del suo insegnamento. Soprattutto in un momento in cui che tutte le inchieste e i dati ci dicono che il linguaggio comune sta diventando sempre più povero e che il vocabolario, in particolare delle nuove generazioni, è sempre più ristretto tra anglicismi fuori contesto e semplificazioni che rischiano di rendere anche il pensiero meno ricco ed efficace. Perché il nostro pensiero è anche frutto della nostra capacità di elaborarlo e perdere i termini corretti significa ragionare con meno efficacia con tutto quello che questo comporta.
Ricordare, quindi, Dante significa riscoprire la grandezza del nostro pensiero e, quindi, della nostra lingua, ambasciatrice dell’Italia nel Mondo.
Proprio per questo è decisamente importante la mozione di Fratelli d’Italia, proposta da Fabio Rampelli e illustrata dall’On. Federico Mollicone approvata alla Camera dei Deputati che
impegna il Governo:
1) ad individuare e istituire, entro il 2020, una data celebrativa dedicata a Dante Alighieri, quale omaggio all’italianità;
2) ad adottare ogni opportuna iniziativa volta a tutelare e valorizzare la lingua italiana, quale grande patrimonio nazionale, a garantirne il suo utilizzo anche nella terminologia legislativa e amministrativa da parte dello Stato, delle sue articolazioni dirette o indirette, nazionali e locali, non solo per rispondere al precetto democratico dell’accesso universale alle informazioni pubbliche ma anche per salvaguardare e promuovere la cultura italiana attraverso l’insostituibile strumento della lingua.
3) a promuovere e sostenere tutte le attività necessarie per ricordare la vita, le opere
e l’importanza del Poeta in Italia e all’estero.