Alla Camera riprendono i lavori sul ddl sicurezza per l’introduzione dello stop ai blocchi stradali e ferroviari. Con l’aumento di numerosi provvedimenti in materia sicurezza e immigrazione, il governo Meloni sta cercando di arginare fenomeni delinquenziali che sono in aumento. Arriva così una nuova stretta sul ddl sicurezza, un pacchetto che mirava a garantire una maggiore tutela nei confronti delle forze dell’ordine, aprendo la possibilità agli agenti di detenere un’arma da fuoco privata, rispetto a quella di ordinanza, senza ulteriore licenza, fino a l’inasprimento delle pene per vari reati.
La novità va a modificare l’art 11 del disegno di legge, rendendo il reato di blocco stradale e ferroviario da amministrativo a penale. Ed è subito polemica dalle opposizioni, che definiscono la decisione come “una pericolosa deriva reazionaria”. Lo scopo del provvedimento invece, eliminando le varie teorie complottiste e farneticanti della sinistra, mira molto più semplicemente a limitare i problemi di circolazione dei cittadini. “Avs presenta 50 emendamenti definiti ‘contro le norme repressive’ che ‘ostacolano il diritto di manifestare’ dei giovani. È evidente che il partito di Fratoianni non si documenta, visto che il governo Meloni è stato uno tra i pochi in Europa che – dallo scoppio della guerra in Medio Oriente – non ha mai negato ad alcuno il diritto di manifestare, tantomeno ai giovani. I dati del Viminale lo confermano, ma contemporaneamente bisogna anche far rispettare le regole. La libertà di manifestare deve valere per tutti come quella di esprimersi, ma su questo punto la sinistra va a corrente alternata visto che su quanto accaduto al ministro Roccella non si è di certo stracciata le vesti. Insomma Avs non faccia facile propaganda, gli elettori non sono così sprovveduti sanno benissimo cosa sono le fake news”. ha dichiarato l’On Mauro Malaguti di FdI.
Per i sit-in gli studenti infatti, dovranno richiedere le autorizzazioni alla questura, evitando così blocchi di tangenziali e strade e strade primarie nelle ore di punta.
Sulle strade ferrate vale lo stesso discorso, per evitare si verifichino ritardi, anche gravi di treni, anche da alta velocità, come in casi già accaduti a Torino e Bologna.
Chi blocca le strade rischia il carcere
Il ddl è passato così in Commissione, prevedendo fino a un mese di carcere per chi, da solo, impedisce la circolazione su strade o binari delle ferrovie. Pena che aumenta fino a due anni di reclusione per chi compie le stesse azioni in gruppo. Quello che di fatto si va a modificare l’articolo 1-bis del dlgs del 22 gennaio 1948, n. 66, relativo all’impedimento della libera circolazione su strada, che sanziona amministrativamente “colui che impedisce la libera circolazione su strada ordinaria, ostruendo la stessa con il proprio corpo”. Dalla pena amministrativa si passerà dunque a quella penale, con la reclusione fino a un mese o un’ammenda fino a 300 euro. Mentre, in caso di gruppi che effettuano il blocco, la reclusione sarà fino a due anni o una sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 1.000 a 4.000 euro. Nessuna pericolosa deriva reazionaria ma solamente il buon senso di impedire che una manifestazione impedisca a normali cittadini di svolgere le proprie attività quotidiane, quali lavoro e altre mansioni di routine.