“La legge italiana sarà da stimolo e da riferimento per il necessario quadro normativo europeo che ad oggi è stato appena accennato. Vi è un’esigenza evidente di intervenire in un vuoto che oltre ad essere normativo è giurisdizionale, programmatorio e di modalità nella cooperazione dentro e fuori l’Europa. L’Italia, la cui tradizione spaziale è nota e riconosciuta soprattutto nella ricerca e nella osservazione scientifica, è un perno della strategia europea sullo spazio che è stata per il momento solo accennata dal presidente Von der Leyen e dal commissario Kubilius. L’Italia crede convintamente in una progettualità europea tanto da destinare risorse rilevanti ed è altrettanto consapevole del ritardo con cui la messa a terra dei programmi spaziali e dei progetti ambiziosi per l’industria europea, la sicurezza e l’infrastrutturazione, può rappresentare un vulnus per la sicurezza di ciascun Stato membro. Le polemiche di queste ore sanno più di complottismo che di realismo. La realtà è che l’Italia è parte integrante del programma spaziale europeo, il governo italiano è tra i più attivi nello stimolare la coesione europea, l’industria italiana è quella più interessata a vedere sostenute le proprie iniziative e di vederle coinvolte con una regia nazionale dentro il programma nascente Iris2. Altrettanto chiaro è che questo programma in sia ritardo e che avrà una capacità operativa satellitare non sufficiente per rispondere a esigenze militari, di sicurezza e commerciali di sicurezza immediate. Questo è un dato di fatto, non è polemica. Bene l’Italia fa con la sua legge e il governo Meloni con la sua attività a imprimere velocità e chiarezza”.
Lo dice Elena Donazzan, europarlamentare di Fratelli d’Italia-ECR, vicepresidente della commissione Industria del Parlamento europeo e vicepresidente dell’Intergruppo Sky and Space.