Poco importa se in mezzo mondo ci sono crisi umanitarie di tutti i tipi, se al confine tra il Sudan e l’Uganda, unico vero focolaio di guerra attiva in Africa, circa un milione di profughi si stanno muovendo verso sud, e crepino come mosche senza che nessuno se ne preoccupi o ne parli. Da noi, la vera e unica crisi umanitaria ora che gli sbarchi continui dei migranti sono stati contenuti, si chiama Diciotti.
La Diciotti è una nave costruita nel cantiere navale di Castellammare di Stabia dove è stata varata il 15 luglio del 2013, intitolata al Maggior Generale di Porto Ubaldo Diciotti, Medaglia d’Argento al Valor di Marina che – non lo fate sapere a Fiano – si contraddistinse particolarmente come comandante del porto di Tripoli, riuscendo anche a mantenere efficienti i porti della Tripolitania per garantire i rifornimenti alle truppe impegnate su quel fronte, nonostante i continui bombardamenti degli alleati. La nave Diciotti è particolarmente attrezzata per comando e controllo in scenari complessi; ricerca e soccorso con capacità di coordinamento di mezzi superficie e mezzi aerei; operazioni di protezione civile attraverso il trasporto di mezzi rotabili, container e materiali vari nonché assistenza/evacuazioni di popolazioni in stato di necessità; controllo e gestione dei flussi migratori con capacità di imbarco naufraghi in emergenza fino a oltre 600 persone.
Fatte queste necessarie premesse, andiamo nel merito della questione. Come tutti sanno, dopo che la nostra Nazione è stata sottoposta a una vera e propria invasione durata alcuni anni da parte di migranti – quasi tutti economici e non aventi titolo all’accoglienza come profughi, quindi clandestini a tutti gli effetti – il nuovo governo giallo-verde ha ben pensato di mettere il freno alla cosa, soprattutto cercando di trovare da parte della UE sostegno e condivisione in eventuali operazioni umanitarie. In realtà, molte chiacchiere, molti presunti accordi, ma poca sostanza, e tutto sarebbe continuato come sotto il governo Renzi se il ministro degli Interni Salvini non avesse deciso – finalmente! – di chiudere i porti italiani alle tante navi ONG che scorrazzavano per il Mediterraneo cercando di raccogliere profughi se necessario anche sulla terraferma, il più delle volte con motivazioni che con la solidarietà davvero poco hanno a che fare.
Quindi improvvisa, drastica riduzione degli arrivi, sospiro di sollievo della maggior parte degli italiani, grande nervosismo di tutti quelli che hanno l’interesse a far entrare nella Nazione disgraziati senza né arte né parte in cerca di un inesistente Bengodi che, come disse qualcuno, rendono più della droga, ma solo ai delinquenti, non certo ai cittadini per bene. Tutto qui? Ovviamente, no. Il PD in particolare e la sinistra in generale, questa situazione di blocco non l’accettano proprio, e il perché può essere giustificato solo da misteriosi interessi se si pensa che questo atteggiamento irresponsabile nei confronti dei propri concittadini non li sta certo ripagando in termini di voto e di consenso. Perciò, date fuoco alle polveri, ecco tutto il corollario classico della sinistra militante scendere in campo. Iniziano i soliti giornalisti, ormai stabilmente posizionati in tutte le redazioni d’Italia, comprese quelle di discendenza berlusconiana. Spesso figli quando non nipotini di altri illustri giornalisti di sinistra, scrivono solo della Diciotti, questa nave della marina militare italiana che, in barba alle direttive del governo, ma grazie a un ammiraglio particolarmente solerte e leale nel non dimenticare a chi deve una brillante carriera, è riuscita a recuperare 117 immigrati dove non doveva, giusto per mettere in difficoltà il governo. Davanti a una UE silente che fa finta di nulla ed è capace solo di puntare il dito contro gli italiani disumani, davanti al governo maltese, sicuramente più nazionalista e preoccupato del bene dei suoi concittadini rispetto a qualche cialtrone che da noi bivacca persino in parlamento, ecco partire l’offensiva mediatica affinché anche questi 177 arrivino in Italia e si sommino alle altre centinaia di migliaia che già bivaccano nelle nostre città. “Bisogna accogliere la Diciotti”, è la parola d’ordine. “Non si può voltare la testa davanti a questa emergenza umanitaria”, dicono. E così alla fine la nave attracca in porto, a Catania, ma dal ministero degli Interni fa sapere che i migranti non hanno il permesso di scendere a terra finché dalla UE non faranno sapere come pensano di suddividerli per accoglierne una parte anche in altri stati. Soprattutto visto che gli ultimi 400 arrivati, e di cui la UE aveva accettato di farsi in parte carico, alla fine sono rimasti come al solito sul groppone degli italiani.
Una posizione, quella del ministro, assolutamente legittima e ragionevole, comprensibile anche per un bambino. Ma, naturalmente, non per gli emuli di Soros, che spesso tira le fila nell’ombra di queste “operazioni umanitarie” che servono a garantire manodopera a bassissimo costo a multinazionali di sfruttatori. E così si continua con il braccio di ferro. Coi media sempre più aggressivi e incattiviti, che non sanno più come definire Salvini, il governo, e tutti gli italiani – la maggior parte – arcistufi dell’accoglienza in una nazione dove sembra esserci tutto per tutti meno che per gli italiani stessi.
Alla ribalta ecco arrivare anche i politici meno conosciuti che vogliono pure loro un attimo di notorietà. Uno su tutti? Il senatore del Pd, Davide Faraone, che dice: “Ci è stata negata una ispezione sulla Diciotti perché finora non è stata avviata alcuna indagine epidemiologica sulla nave militare che da giorni è bloccata nel porto di Catania. Ci sono 177 migranti e tanti militari italiani dell’equipaggio sequestrati da Salvini e Toninelli che sono a rischio epidemia”. Ma come, addirittura un’epidemia su una nave appositamente attrezzata per il salvataggio dei profughi che può ospitarne fino a 600? E che dire di una conduttrice Sky che ha parlato dei 177 migranti come se sulla nave fossero costretti a dormire per terra, all’addiaccio, sotto le intemperie? Intanto Salvini decide di far sbarcare i bambini, ed è già più di quanto sarebbe stato giusto ma non può bastare a chi ha deciso che l’invasione deve assolutamente riprendere. E quindi arrivano i dimostranti, gli esponenti delle cooperative d’accoglienza, qualche prete militante, gli animatori dei centri sociali e c’è anche una procura della Repubblica che sta indagando per vedere come configurare il reato di sequestro di persona. E se non bastasse, ecco la voce del novello presidente del Camera Fico, a predicare con una tale verve che i migranti devono essere subito accolti, da farci pensare che la prima poltrona di Montecitorio porti davvero male, se si considerano le “brillanti” performance dei suoi recenti predecessori, tutti finiti nel dimenticatoio senza che nessuno se ne dispiacesse.
Insomma, non manca niente, meno il buonsenso di uno stato sovrano che dovrebbe avere la dignità di farsi rispettare, di non trasformare tutto in una guerra da pollaio, e di avere come scopo principale il benessere dei suoi cittadini a cui ogni giorno sottrae molto per dare indietro poco.