Dimissioni Alfieri: dubbi sulla validità della firma, ritorno al voto a rischio. FdI: “Caos Pd per tornaconto politico”

È caduto l’avvocato delle “fritture di pesce”, Franco Alfieri, l’ormai ex sindaco di Capaccio Paestum e presidente della provincia di Salerno, al quale ora resta soltanto il nomignolo che gli è stato affibbiato dopo il solito siparietto del suo collega, Vincenzo De Luca, governatore campano, con il quale condivide origini e appartenenza politica. Arrestato per presunti appalti pilotati e rifiutata dalla Cassazione la richiesta di annullare le misure cautelari, Alfieri si è dunque finalmente dimesso dalle cariche che teneva in ostaggio, con mesi e mesi di ritardo: “Ho capito che per ottenere giustizia e per far emergere la verità c’è bisogno di tempo e di fasi diverse, quel tempo in cui non è giusto ed opportuno coinvolgere enti e comunità amministrate” ha commentato il diretto interessato.

Il rischio: si potrebbe votare soltanto nel 2026

Gli ha risposto Antonio Iannone, senatore di Fratelli d’Italia e commissario del partito in Campania: “È finita la telenovela. Sono occorsi cinque mesi per un atto di responsabilità nei confronti dei cittadini con la Provincia di Salerno e il Comune di Capaccio-Paestum sequestrati. Sulle responsabilità personali di Franco Alfieri dirà il processo ma sulla politica e l’Amministrazione il giudizio è già tratto. occorre una svolta rispetto a questo modo di governare i territori del Pd. Basta clientelismo con spese che distruggono anche il futuro delle Comunità. La responsabilità politica del Pd e del deluchismo ha prodotto disastri che ipotecano l’avvenire. Cala il sipario su una vicenda che doveva vedere subito le dimissioni e il ritorno al voto”. Ma è lo stesso senatore a far emergere un nuovo caso che riguarda proprio l’ex sindaco: “Pensavamo che la telenovela fosse finita ed invece notizie di stampa ci allarmano perché riferiscono che le dimissioni di Franco Alfieri non siano validamente presentate. Questo, più il decorso dei 20 giorni per ritirarle previsto dal Testo Unico degli Enti Locali, rende incerto il ritorno alle urne al Comune di Capaccio-Paestum (Salerno)”. Oltre il danno, dunque, la beffa: secondo quanto appurato da Agendapolitica.it, infatti, la firma dell’atto non sarebbe stata autenticata, dunque la comunicazione sarebbe inefficace. “I Comuni – ha spiegato Iannone –, infatti, che non sono Commissariati entro febbraio non possono andare al voto nella prossima primavera. Questo senza parlare delle ripercussioni sulla Provincia dove la pessima Legge Delrio genererà una situazione di assurdo istituzionale”. In pratica, il Comune rischierebbe di posticipare il voto fino al 2026, commissariandolo per un anno. L’unica alternativa potrebbe essere però la dimissione di almeno 13 consiglieri comunali.

FdI: “Giocano con le Istituzioni come se fossero comitati elettorali”

Questi i motivi che hanno spinto Iannone ad annunciare un’interrogazione al ministro dell’Interno per avere maggiori chiarimenti sulla vicenda: “Mi rivolgerò al Ministro Piantedosi per verificare tutto quanto è di competenza”, ha detto. E non poteva mancare un messaggio al Partito democratico e a quel sistema De Luca che pian piano sta crollando inesorabilmente come un castello di sabbia: “Il Pd sta gettando due importanti Enti Locali nel caos istituzionale per suo tornaconto di Partito. Si gioca con le Istituzioni come se fossero comitati elettorali”.

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