Secondo le ultime stime Istat, il tasso di disoccupazione totale in Italia scende al 7,3%, raggiungendo così il livello più basso degli ultimi 14 anni.
Il numero di occupati a luglio 2023 supera quello di luglio 2022 dell’1,6% (+362mila unità), per effetto dell’aumento dei dipendenti permanenti e degli autonomi che ha più che compensato la diminuzione dei dipendenti a termine.
Con il Decreto Lavoro del 1° maggio e con le manovre 2023 prima e 2024 poi, nuovi incentivi per le assunzioni. Riduzione delle trattenute previdenziali per i lavoratori dipendenti con redditi fino a 35mila euro annui. In media, 100 euro in più al mese in busta paga.
Taglio delle tasse, fino a 3mila euro annui, in favore delle mamme lavoratrici con 3 o più figli, fino alla maggiore età del figlio più piccolo. Per le mamme lavoratrici con 2 figli dei quali il più piccolo under 10, la stessa decontribuzione vale, per ora, solo per il 2024.
Con la manovra 2024 aumenta ancora il congedo parentale: in aggiunta al mese di congedo parentale retribuito all’80% previsto con la scorsa legge di bilancio, aggiunto un altro mese di congedo retribuito al 60%. Aumentano, inoltre, le risorse per gli asili nido, con l’obiettivo di esentare il pagamento per il secondo figlio.
Confermata la detassazione dei premi di produttività al 5% e l’ampliamento della soglia di detassazione dei fringe benefit a 2mila euro per i lavoratori con figli e a mille euro per tutti gli altri.
E finalmente arriva ossigeno per le Partite Iva. Per il 2023, possibilità di non pagare l’acconto Irpef di novembre per quelle con compensi fino a 170mila euro. Il pagamento dovuto potrà essere spalmato fino a 5 rate, da gennaio a maggio 2024.
Come promesso in campagna elettorale, il Governo ha detto addio al reddito di cittadinanza: questo provvedimento permetterà allo Stato un risparmio di 8 miliardi, mentre i percettori sono già dimezzati. Ma i più deboli non vengono abbandonati, anzi: arriva l’assegno di inclusione per chi non può lavorare.
Il Governo ha deciso di tutelare i più fragili e di incentivare il lavoro. Le politiche attive del lavoro, incentrate sulla formazione e riqualificazione professionale, mirano a sostenere l’inserimento lavorativo dei cittadini, fornendo loro strumenti e opportunità per accedere al mercato del lavoro e migliorare la propria situazione economica. Proprio per questo il Governo ha istituito una piattaforma dedicata al lavoro e alla formazione (piattaforma Siisl) che consente l’attivazione di percorsi personalizzati di rafforzamento delle competenze e ricerca di occupazione.
Verranno offerti, inoltre, orientamento e formazione ai giovani che non studiano e non lavorano (Neet) e un contributo pari al 60% della retribuzione mensile per dodici mesi per la loro assunzione. Più soldi in busta paga per i lavoratori: taglio del cuneo fiscale del 6% per i lavoratori con reddito annuo fino a 35.000 euro, taglio del cuneo fiscale del 7% per chi guadagna meno di 25.000 euro. I dipendenti pubblici gestiti tramite il sistema NoiPA che beneficeranno del taglio del cuneo fiscale del 6% sono circa 860.000, mentre la platea interessata alla misura del 7% è di circa 335.000 dipendenti.
L’impegno del governo è anche nella direzione di risolvere il problema del cosiddetto “lavoro povero”, causato dalle paghe troppo basse per alcune categorie di lavoratori. La soluzione non può essere quella del “salario minimo”, che rischierebbe di provocare un effetto boomerang, ma quella di estendere la contrattazione collettiva.