Il presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera Giuseppe Brescia (M5s), ha provveduto a depositare il ddl di quello che potrebbe essere il nuovo sistema elettorale italiano, momentaneamente soprannominato Germanicum perché liberamente ispirato al sistema tedesco, il tutto in 3 articoli per dieci pagine.
La proposta prevede 391 seggi assegnati con metodo proporzionale, con soglia del 5%, con un meccanismo che permette il diritto di tribuna, che vuol dire la possibilità di entrare in Parlamento a specifiche condizioni anche se si è sotto la soglia del 5. Cancella i collegi uninominali del Rosatellum e ne utilizza i 63 collegi proporzionali e le 28 circoscrizioni. Il partito che non ottiene il 5% a livello nazionale ma lo guadagna in tre circoscrizioni però di due Regioni, ottiene anche seggi. Dei 400 seggi della futura Camera, un seggio va all’eletto in Valle d’Aosta in un collegio uninominale e otto spetteranno ai deputati eletti all’estero nelle circoscrizioni estere con metodo proporzionale.
Molti i mugugni soprattutto per quanto riguarda lo sbarramento al 5%, soglia non facile da ottenere e che mette in apprensione i piccoli partiti, come ha detto la senatrice De Petris del Leu. E inserito, certo, il diritto di tribuna, che come abbiamo visto ammetterà alcuni partiti che non superino lo sbarramento del 5% purché ottengano il quoziente in almeno tre circoscrizioni ma in due regioni, però per molti non è abbastanza confortante. Se poi ci aggiungiamo la drastica diminuzione dei parlamentari votata l’8 ottobre scorso, e che porterà i deputati a 400 e i senatori a 200, sono davvero in molti che dovranno salutare in maniera definitiva il Parlamento.
Resta fuori dal ddl il discorso delle preferenze, che è stato demandato a un successivo confronto. Si spera che il problema verrà risolto, perché se si dovesse restare come ora, con i listini bloccati, potremmo trovarci davvero in debito di democrazia, con un piccolo parlamento tutto occupato da grandi partiti con uomini esclusivamente indicati dalle segreterie politiche, e quindi la possibilità che vengano fatti accordi trasversali e che niente hanno a che vedere col benessere del popolo italiano, mentre buona parte dell’elettorato resterebbe a guardare fuori da Palazzo. C’è davvero di che stare preoccupati.
Come al solito.