Oggi è il 4 novembre del 2018.
Cento anni fa terminò la Prima Guerra Mondiale. Terminò per noi perché nel resto del mondo la guerra continuò per un’altra settimana. Vincemmo prima di tutti.
Avemmo più di un milione di morti – fra militari e civili -. Una tragedia.
Ma fu solo questo? L’Italia era un insieme di paesi e comuni uniti da una casata reale e dai versi di migliaia di poeti. Ma non era ancora ancora comunità. Gli italiani non erano ancora popolo.
E il sangue di quella guerra – per Trento e Trieste, per il Trentino e l’Istria – rese fertili le montagne, le sponde del Piave, la terra italiana e da quella terra germogliò una Nazione.
Perché condividere una trincea, scambiarsi una sigaretta, guardarsi negli occhi e trovare speranza e coraggio fece sì che anche le più grandi differenze diventassero unità.
Uno sforzo bellico terribile. E certamente anche lutti e momenti così dolorosi che non possiamo capire fino in fondo. Eppure addio mia bella addio, è l’armata che se ne va e se non partissi anch’io sarebbe una viltà. Canzoni, poesie, racconti scritti col sangue. Ma soprattutto eroismo.
E oggi? Oggi che questo centenario si conclude decisamente sottotono abbiamo pensato di lanciare un messaggio. 22 storie di eroismo. Scritte da autori diversi per professione, provenienza geografica, idee ma uniti dallo stesso amore per l’Italia. Una storia per ogni regione, una storia dalle terre irredente – unità all’Italia con la Vittoria e oggi nuovamente perdute -, una dell’emigrazione – migliaia di figli di emigrati tornarono in Italia per combattere anche se nati e vissuti lontani – Vicende narrate in forma di racconto ma frutto di ricerche storiche approfondite. Racconti storici quindi che, con l’arma dell’emozione, omaggiano la nostra storia e i nostri eroi.
Oggi commemoriamo la nostra Vittoria.
E commemorare significa “ricordare insieme”. Ritrovarci ad essere comunità, riscoprirci davvero italiani non solo all’anagrafe, non solo quando si pagano le tasse, non solo quando si tifa una squadra nazionale ma anche e soprattutto nei momenti di difficoltà. In quelli in cui alzarsi in piedi per soccorrere un altro italiano, pur con un accento diverso dal nostro, non è soltanto un gesto di solidarietà ma anche e soprattutto l’aiuto del fratello al fratello. Oggi celebriamo la nostra Vittoria.
Perché questa idea dell’italiano truffatore, di quello che vince solo barando, dell’italiano misero e miserabile è frutto di un racconto che va rifiutato.
Noi siamo capaci di scrivere le poesie più belle del mondo e siamo altrettanto capaci di compiere gesti così eccezionali che essi stessi diventano poesie.
Come vincere contro uno dei più potenti eserciti del mondo e farlo anche attraverso il genio, l’arte, lo sberleffo avendo in testa i racconti dei nostri Grandi.
Ecco “Eroi – ventidue storie dalla Grande Guerra” – edito da Idrovolante – racconta tutto questo e molto di più.
Un libro per chi rifiuta di arrendersi. Un libro per riscoprire che se abbiamo vinto cento anni fa possiamo farlo oggi.