Si stanno infiltrando nella nostra società e nei sistemi politici occidentali, seguendo un preciso progetto in 25 punti, scritto negli anni 80 e divulgato dal giornalista franco-svizzero Sylvain Besson. Si tratta dei Fratelli Musulmani, organizzazione fondata in Egitto all’inizio del secolo scorso, che si pone come obiettivo la presa di potere attraverso una penetrazione politica dell’Islam, come già successo con le primavere arabe nel Maghreb, ora anche in Italia e in Europa.
Lo sostiene Souad Sbai, giornalista, scrittrice e portavoce del Movimento Anti – Qatar in Italia, in un’intervista a Il Sussidiario.
“La Fratellanza musulmana – dice – è la principale organizzazione transnazionale islamista, nella quale affondano le proprie radici ideologiche Al Qaeda, Isis e l’intera galassia dell’estremismo e del terrorismo contemporaneo di matrice jihadista. Le rivolte passate inopinatamente alla storia come “primavere arabe” sono state il frutto di un piano disegnato appositamente per portare gli “Ikhwan” al governo di Egitto, Tunisia, Libia e Siria, innescando un effetto domino che avrebbe dovuto travolgere l’intero Medio oriente”.
A fare da “supporto” alla Fratellanza Musulmana ci sarebbe una consolidata alleanza tra Qatar e Turchia che “hanno fornito la spinta finanziaria, la legittimazione politica e la copertura mediatica − basti pensare al ruolo svolto da Al Jazeera − indispensabili a far sì che dei rovesciamenti di regime venissero interpretati, soprattutto in Occidente, come rivoluzioni democratiche. Il piano è fallito, ma le ambizioni dei Fratelli musulmani e dei Paesi che li sponsorizzano sono ancora vive, tanto in Medio oriente quanto in Occidente”.
Il piano seguito dai Fratelli Musulmani è articolato e sviluppato pensando a una piena realizzazione soltanto nel lungo periodo. Intanto, gli step intermedi che vengono descritti sembrano essere abbastanza evidenti in molte realtà a noi vicine. Infatti, dice la Sbai, il progetto “punta a far sì che i musulmani che vivono in Occidente abbiano una costante forma mentis jihadista. Strumentale al conseguimento degli obiettivi del progetto è la formazione di alleanze con forze politiche occidentali progressiste, grazie alle quali giungere all’approvazione di leggi e all’implementazione di provvedimenti favorevoli.
Il pensiero “mainstream” e “politically correct” delle cosiddette élites europee è quindi d’implicito supporto ai piani di conquista dei Fratelli musulmani“.
Nel medio periodo infatti, essendo l’obiettivo “far sì che l’ideologia della Fratellanza musulmana stabilisca la propria egemonia sulla comunità musulmana italiana, permeando le istituzioni e altri settori chiave per promuovere l’avanzata dell’agenda islamista”, stanno operando, anche in Italia con “associazioni e loro esponenti” attivi, impegnati nella vita pubblica che tuttavia “si sono sempre rifiutate di aderire esplicitamente ai princìpi di libertà, tolleranza e uguaglianza uomo-donna sanciti dalla Costituzione italiana. Ciononostante, hanno beneficiato della legittimazione e del sostegno di partiti politici e ambienti culturali che hanno reso possibile l’ingresso di esponenti dell’organizzazione nelle istituzioni: dal Parlamento alle autorità locali. In particolare, il settore giovanile è un bacino da cui la sinistra italiana continua a reclutare ambigui personaggi da lanciare come leader politico-religiosi, malgrado la loro malcelata affinità con l’estremismo”.