“Abbiamo chiesto a Lucia Annunziata di guidare la lista del Pd al Sud non solo perché è una figura di grande valore per il lavoro di giornalista fatto in tanti anni, ma anche per grandissima esperienza di politica internazionale. Il numero due sarà uno dei più bravi sindaci di Italia: Antonio Decaro, sindaco di Bari”. Questo è l’annuncio della segretaria del Partito Democratico Elly Schlein in vista delle prossime elezioni europee dell’8 e del 9 giugno 2024, sulle quali – pure su questo – i dem non smettono di litigare.
Andiamo per gradi. Il primo nome che l’italo-svizzera fa, ospite a Dimartedì, è Lucia Annunziata, giornalista, scrittrice e conduttrice televisiva ex Rai ricordata dal grande pubblico soprattutto per una lite in diretta con Silvio Berlusconi, che la incolpò di non essere una democratica, di non lascargli la parola e per questo si alzò e abbandonò lo studio. Era il 2006 e da allora la sua linea progressista non è per nulla cambiata, rendendola una forte oppositrice del centrodestra. Tanto che, all’indomani della nomina di Giorgia Meloni a Presidente del Consiglio, decise di lasciare il servizio pubblico dopo anni di onorata carriera a viale Mazzini. “Non condivido nulla dell’attuale governo” fu la sua spiegazione, inserendosi di diritto in quella (piccola) schiera di personaggi pubblici che in quelle settimane abbandonarono la Rai per presunte ingerenze politiche. I dem, all’epoca, colsero la palla in balzo, partendo da lì quella campagna contro il governo – che dura ancora oggi – reo di minare alla libertà di stampa e al pluralismo. Ma le prime smentite arrivarono già in quel periodo: Fabio Fazio, a scadenza in Rai, accettò di buon grado il nuovo contratto milionario offerto da Nove. Altro che politica… E proprio come Fazio, si scopre oggi che anche Annunziata era attratta da altro: una preziosa candidatura al Parlamento europeo. Si viene a sapere, a distanza di mesi, che l’addio della giornalista alla Rai non avvenne per ingerenze esterne, ma per un mero calcolo politico. Suo e del PD.
Schlein, mai paga di brutte figure, annuncia poi la candidatura del sindaco di Bari Antonio Decaro, pur essendo lui nel bel mezzo di una baraonda per i presunti rapporti tra il PD locale e la mafia, rivelati proprio dalle parole del governatore ed ex sindaco del capoluogo pugliese Michele Emiliano. E proprio su questa polemica, Schlein si è espressa così: “Io non avrei detto quelle parole, non avrei mai fatto quel passaggio”. In pratica, dalla segretaria del PD nessuna condanna per le parole di Emiliano, ma solo una tirata d’orecchie: come se il problema non fosse aver avuto rapporti con i mafiosi, ma averlo rivelato.
Ma la polemica sulle europee infiamma il PD. E lo divide: i bonacciniani non sono contenti dell’operato di Schlein, accusata di voler far fuori i componenti della corrente opposta. Corrente dei cui voti, però, c’è bisogno: qualcuno andrà pure candidato. Ed ecco allora Decaro, bonacciniano, coccolato da Schlein. Per il resto, la scelta di candidare personaggi laici alla politica come prime preferenze non convince i bonacciniani, preoccupati anche della possibile candidatura della stessa Schlein, che andrebbe di fatto a penalizzare le altre donne del partito. Una femminista che ostacola altre femministe: uno dei soliti cortocircuiti a sinistra, questa volta in nome della realpolitik.