Europee, Ecr in crescita: la svolta a destra dell’Unione europea

Che l’Unione europea può (e deve) spostarsi a destra, è stato ripetuto già tante e tante volte. I numeri ci sarebbero, quanto bastano, per formare una coalizione di maggioranza sulla scia di quella italiana: Ecr, a cui aderisce Fratelli d’Italia, Id, in cui risiede la Lega, e Ppe, dove alloggia stabilmente Forza Italia, potrebbero arrivare a soppiantare la pluridecennale alleanza tra cristiano-liberali e socialisti. Adesso, a corroborare la tesi della possibilità di una virata a destra anche nei consessi europei, ci ha pensato il sondaggio pubblicato ieri da Europe Elects. Alcune cose non cambierebbero neppure dopo il voto: il Partito popolare europeo resterebbe in testa per numero di seggi occupati, secondo le proiezioni 183, mentre i socialisti europei di S and D raggiungerebbero la soglia dei 140 rappresentanti, restando saldamente al secondo posto dei gruppi più popolosi. I veri cambiamenti riguardano i posti che vanno dal terzo in giù: attualmente, la medaglia di bronzo spetta a Renew Europe, il gruppo dei liberal guidato dal presidente francese Emmanuel Macron, al quarto ci sono i Verdi e quinto il gruppo dei Conservatori, presieduto da Giorgia Meloni. Ebbene, stando alle rivelazioni di Europe Elects, Ecr e Renew sarebbero pari a 86 eurodeputati: i macroniani perderebbero una quindicina di eletti, mentre l’Ecr ne guadagnerebbe 18. Un peso particolare sarà dato dal voto italiano: mentre Fratelli d’Italia dovrebbe passare dai 6 attuali europarlamentari ai 23 previsti dai sondaggi, molto incerto è il risultato dei liberal nostrani, Renzi, Calenda e Bonino. Stati Uniti d’Europa dovrebbe riuscire a superare la soglia di sbarramento di poco, esprimendo quattro nomi; Azioni invece dovrebbe rimanere al di sotto. Se entrambi i partiti supereranno il 4%, Macron ne potrebbe giovare non poco; viceversa, sarebbero i Conservatori a festeggiare il sorpasso sui liberal.

Alleanza tra popolari e conservatori? I numeri ci sono

Da non sottovalutare, inoltre, è l’apporto di Id. I sondaggi parlano chiaro: dopo i due grandi mattoni storici dei Popolari e dei socialisti (a cui spettano rispettivamente il 22,9% e il 18,3% dei consensi) seguono i Conservatori dell’Ecr con l’11,8%, che staccano di poco i sovranisti di Id all’11,2%, mentre Renew sarebbe ferma al 9,9%. Numeri alla mano, quindi, è possibile una maggioranza di centrodestra anche in Europa? La risposta è ampiamente positiva: l’unione di Ppe, Ecr e Id avrebbe una maggioranza di 365 (contando anche gli eurodeputati dell’ungherese Viktor Orban, che dopo il voto dovrebbe unirsi all’Ecr). Una maggioranza resa possibile anche dal brusco calo dei partiti di sinistra: i socialisti potrebbero perdere 14 seggi, Renew 22, i Verdi 26. A sinistra crescerebbe solo Left, con solo 3 eurodeputati in più.

I cittadini chiedono più destra

Tuttavia c’è qualche ostacolo: i popolari hanno espresso più volte la propria contrarietà ad allearsi con alcuni esponenti di Id come Marine Le Pen o i tedeschi di AfD; in più, va ricordata la forte ingerenza sull’Unione di Francia e Germania, attualmente guidate da liberal e socialisti. Inoltre, l’ostacolo maggiore: l’alleanza tra popolari e socialisti avrebbe ancora la maggioranza dei seggi all’interno del Parlamento europeo, potendo contare su numeri anche più consistenti rispetto a una possibile unione del centrodestra. I 365 di Ppe, Ecr e Id verrebbero superati dai 409 di Ppe, S and D e Renew. E l’intenzione di dare continuità alla maggioranza che ha governato l’Unione negli ultimi decenni, c’è eccome: senz’altro i popolari, specialmente quelli nordici, sono più aperti alla sinistra che alla destra, mentre socialisti e liberal avrebbero l’opportunità di andare al governo nonostante il calo nei sondaggi. Bisogna, insomma, restare saldamente con i piedi per terra: è dietro l’angolo la possibilità che, anche in Europa, verrà applicato quel meccanismo che consente anche a chi perde le elezioni di andare al governo grazie a coalizioni post-elettorali. Una nuova alleanza tra Ppe e socialisti, infatti, non prenderebbe in considerazione le istanze che provengono, chiare come mai, dai sondaggi e dai prossimi probabili risultati elettorali: anche i cittadini europei hanno bisogno di più destra.

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La Redazione de La Voce del Patriota

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