Fake news di Scanzi: Fdi manda in tv solo La Russa e Santanché. I numeri lo sbugiardano.

Siamo ormai abituati da tempo a sentire ricostruzioni totalmente falsate su Fratelli d’Italia ed il suo leader. I giornaloni, i maître a penser, il gotha della politica, il mainstream, creano immagini del partito della Meloni che non rispecchiano affatto la realtà e giù di falsità, parole messe in bocca a caso, illazioni e parallelismi che hanno dell’assurdo. Ormai quasi quotidianamente i rappresentanti di Fratelli d’Italia si trovano a dover smentire il manipolatore di turno, che confeziona ad arte menzogne per screditare e sminuire quello che, nonostante questa certosina opera di distruzione, è saldamente il primo partito italiano, con una percentuale di fiducia nel leader che supera quella di tutti gli altri leader di partiti italiani.

La tecnica è chiara, la calunnia è un venticello … che prima si introduce  destramente nelle orecchie della gente, per poi diventare un tumulto generale che fa l’aria rimbombar. Ed è così che la bugia diventa verità, a furia di essere tramandata, di bocca in bocca.

Stavolta il propalatore di fake news è il buon Scanzi, che non perde occasione per ripetere a menadito la fola costruita dalle sinistre e in base alla quale: “Fratelli d’Italia non ha classe dirigente … in tv vanno solo La Russa e Santanchè” (sic!).

Un costrutto congegnato per scoraggiare l’elettorato: cosa mai accadrebbe se Giorgia Meloni vincesse le elezioni? Sì sai, lei sarà pure bravina (ed ecco, il venticello sottile, dapprima gentile), ma non avrebbe con chi governare.

Corre l’obbligo di smontare anche quest’ultima fola, non tanto per lo sventurato che si è prestato a far da cassa di risonanza per l’establishment, quanto per il rispetto che si deve agli italiani , che hanno diritto a non essere turlupinati e indotti dunque, con il dolo, in errore.

Ebbene, in disparte il concetto aberrante per cui la classe dirigente di un partito si misurerebbe in base alle presenze tv, come se il mezzo televisivo fosse metro del valore di un progetto politico e non i contenuti che i partiti producono nelle camere, con la produzione di atti parlamentari, con la creazione di momenti di confronto, con l’attitudine all’approfondimento e con la capacità di interpretare i bisogni della gente e di essere guida. Su questo il Nostro non si pronuncia, perché non è proprio nelle sue corde il saper comprendere il contesto democratico in maniera matura.

Ci piacerebbe che fossero questi i canoni interpretativi degli analisti per valutare il potenziale dell’offerta politica, invece, ahinoi, ci si trova a dover fare i conti con queste piccinerie, che poi sono le stesse che hanno generato il sottoprodotto a 5 stelle, che tuonando sui social promesse senza senso ha sdoganato la perniciosa regola dell’uno vale uno.

Purtuttavia, per togliere ogni dubbio, si scende sul terreno del nostro contraddittore, il quale se solo si fosse peritato di fare un rapido controllo dei numeri si sarebbe accorto che le cose non stanno affatto così.

I dati dicono infatti che Fratelli D’Italia, ad un raffronto con i due grandi partiti di governo PD e M5S, ha il rapporto più vantaggioso in termini di numero di parlamentari e politici presenti nei TG e nelle trasmissioni a tema.

L’osservatorio di Pavia, istituto di ricerca indipendente e specializzato nell’analisi dei media, fornisce ad una serie di soggetti qualificati un report con cadenza settimanale in cui sono calcolate le presenze non solo dei partiti in TV, ma anche le presenze di ogni singolo politico, questo per garantire il rispetto del pluralismo.

Ebbene, preso un periodo specifico di 15 giorni, risulta che nei TG e nelle trasmissioni tematiche sono intervenuti 22 politici diversi di Fratelli d’Italia, 38 politici diversi del PD e 21 dei 5 stelle.

Peccato che FdI conti una pattuglia di 58 parlamentari, il PD di 136 e i 5 stelle addirittura di 227. Ciò sta a significare che il PD invia in TV il 28 % circa dei propri rappresentanti istituzionali, il M5S il 9 % e FdI ben il 38 %.

Stando alla panzana di cui Scanzi si è fatto latore, pertanto, il PD – e i 5 stelle ancor di più – starebbero messi assai male, paralizzati dinanzi ad ogni scelta da compiere e impossibilitati a costruire qualunque tipo di progetto di governo.

Il partito della Meloni, dunque, secondo lo Scanzometro della dirigenza politica, sarebbe il più pronto a prendere le redini della Nazione.

E mentre si possiede la certezza che gli italiani abbiano ben compreso quale sia il valore dell’offerta politica di Fratelli d’Italia, contestualmente si coltiva la speranza che tutti i detrattori di professione, quelli prezzolati dal sistema, abbiano prima o poi la decenza di comprendere che la politica è fatta d’altro e che semmai le ospitate tv sono, in una nazione democratica e ispirata al pluralismo, solo lo strumento per divulgare un messaggio che si costruisce altrove.

Il partito della Meloni, ad esempio, lo costruisce con i contributi dei suoi dipartimenti, con il suo ufficio studi, con l’approfondimento e con il confronto, con lo studio matto e disperatissimo che rende ogni obiettivo raggiunto, il frutto di una enorme fatica. Questa è classe dirigente.

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.