Follia dagli USA. I Dem vogliono l’utero in affitto pagato dall’assicurazione sanitaria

La maternità surrogata e tutto il mondo che la contorna, come quello dei ‘baby trans’, è sempre più al centro del dibattito pubblico europeo e d’oltreoceano.

A Londra si interviene sul processo di transizione dei bambini, a cui fino ad oggi venivano somministrati i cosiddetti bloccanti della pubertà per aiutarli nel processo di transizione sin dalla più tenera età. Il governo di Sunak è intervenuto su questo aspetto, attraverso una legge che afferma che “I bloccanti della pubertà non saranno offerti di routine ai bambini che soffrono di disforia di genere.” In merito a questa decisione, clinici e psicologi hanno affermato, come si legge sul Telegraph, che “passerà alla storia nella tutela dei bambini.”

A Bruxelles gli eurodeputati si confrontano in aula,  in una riunione sul tema della maternità surrogata che lo scorso mercoledì 14 giugno ha visto partiti di destra e di sinistra convergere su posizioni simili.
Dal partito La Sinistra, Malin Björk, afferma che “Quando si tratta di maternità surrogata e dell’industria della maternità surrogata, questa è una mercificazione di donne e bambini. Sono persone economicamente privilegiate, coppie, che pagano donne non privilegiate meno privilegiate per portare un bambino e darlo via.” Aggiungendo anche che “È una sorta di merchandising e commercializzazione dei corpi delle donne a cui dovremmo dire di no. Quindi desidero che le famiglie arcobaleno fioriscano, ma non desidero che fiorisca l’industria della maternità surrogata.” Anche Eugenia Rodríguez Palop, sempre dello stesso gruppo, conferma: “Non prendiamoci in giro, la maternità surrogata non dà alle donne un’agenzia, ma le rende invisibili e le sfrutta, soprattutto se sono vulnerabili.”

Questa convergenza ben evidenzia come la pratica dell’utero in affitto sia un tema trasversale capace di unire anche le forze politiche più distanti, perché è, banalmente, una pratica abominevole e ingiustificabile, nonostante ne esistano diversi promotori. Dentro e fuori l’Europa. In particolare negli Stati Uniti, dove è nata questa prassi disumana che abbiamo ereditato. Perché del resto le ‘innovazioni’, in ogni campo, sono spesso arrivate dal mondo anglosassone.
Un mondo che oggi è arrivato addirittura a proporre una legge per ridefinire le coppie dello stesso sesso, che quindi biologicamente non possono rimanere incinte, come “sterili”.

Attraverso questa normativa, in California i legislatori democratici stanno sostanzialmente tentando di costringere le compagnie assicurative a pagare i trattamenti per la gravidanza delle coppie omosessuali, ridefinendo il concetto di infertilità per includere le coppie che non possono riprodursi perché hanno un partner dello stesso sesso.

La legge SB-729 comporterebbe inoltre un notevole sforzo economico, considerando che le compagnie assicurative sarebbero tenute a coprire i costi per trattamenti come fecondazione in vitro (FIV) o maternità surrogata anche per le coppie dello stesso sesso.
Considerando i costi della maternità surrogata, che vanno dai 14.000 ai 46.000 dollari, la legge quindi permetterebbe a coppie omosessuali di non pagare di tasca propria per mettere su famiglia, venendo addirittura più favoriti rispetto alle coppie eterosessuali.

La notizia non ha di certo lasciato indifferenti, e a tal proposito Jennifer Lahl, la fondatrice del Center for Bioethics and Culture Network (CBC), ha affermato che la legge SB-729 “obbliga i fornitori di assicurazioni a fornire servizi medici a persone che non hanno alcun bisogno medico”. In un tweet che ha pubblicato sul disegno di legge, ha aggiunto: “Benvenuti in California, dove i nostri bambini e le nostre donne vengono per ultimi”.

E in effetti il disegno di legge delinea in maniera puntuale ciò a cui gli adulti hanno diritto, ma da nessuna parte affronta i bisogni o i problemi di sicurezza per quanto riguarda il bambino e la donna il cui utero viene preso in affitto per nove mesi.

Un disegno di legge che quindi mira a soddisfare un capriccio di certi adulti, senza il minimo rispetto dei diritti umani. È poi quantomeno bizzarro il fatto che i sostenitori dell’ideologia gender siano anche i primi a sostenere diverse forme di sfruttamento delle donne. Prima fra tutte proprio quella della maternità surrogata, una vera e propria attività commerciale in cui, occorre ribadirlo, vengono considerati solamente i desideri degli adulti.
Il disegno di legge proposto dai democratici californiani, qualora dovesse trovare una sua applicazione finale, aprirebbe uno scenario del tutto nuovo e pericoloso. Non solo nello stato americano, ma in tutto il mondo.
Perché in questo modo non solo in molti potrebbero decidere di recarsi in California alla ricerca di qualche escamotage che gli permetterebbe di avere un bambino, e di farlo senza tirare fuori un euro, ma, come spesso è accaduto, rischia anche di essere un’intuizione che potrebbe trovare terreno fertile in Europa e in Italia, in cui spesso certe idee illuminate americane hanno avuto grande appeal all’interno della sinistra.

Il percorso sull’utero in affitto come reato universale che sta facendo il Governo, e che in particolare il partito di Fratelli d’Italia ha posto come centrale nel suo programma elettorale, è volto ad arginare anche tali derive ideologiche. Ed evitare che si possano calpestare i diritti umani grazie a dei cavilli legali.

Non è sufficiente che l’utero in affitto sia un reato in Italia, ma deve avere una conformazione universale. È fondamentale tutelare i diritti delle donne e dei bambini, affinché non divengano dei meri prodotti sui quali fare mercato. Ed è necessario continuare su questo percorso per evitare che, anche a causa del continuo aumento di proposte di legalizzazione della maternità surrogata e dell’ampliamento al suo ricorso, ci sia una ridefinizione dei principi alla base della nostra società, che a quel punto rischierebbe di diventare una società in grado sfruttare le donne in maniera legale e di non garantire alcun diritto ai bambini, già prima della loro nascita.

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