Fredy Pacini e uno Stato incapace di difendere i cittadini

Monte San Savino, in provincia di Arezzo, dovrebbe essere una di quelle oasi tranquille dove magari ritirarsi per godere della pensione, nella bella campagna toscana, a due passi da spettacolari città d’arte e a un’oretta di treno da Roma. Invece, con il trascorrere degli anni e l’immigrazione selvaggia a cui l’Italia si è aperta, anche a Monte San Savino la serenità è finita da tempo. Prova ne è Fredy Pacini, 57enne piccolo commerciante del luogo, titolare di un’officina da gommista e di un annesso negozio di biciclette, che da ben 4 anni si era ritirato a vivere nel capannone dove sono le sue attività allo scopo di proteggerle. Infatti, Fredy, in poco tempo, ha subito 38 furti tra tentati e riusciti. In realtà, dicono i carabinieri, a loro di furti ne risultano “solo” sei in pochi mesi, ma è evidente come vanno le cose: alla fine ci si stufa pure di fare la denuncia, tanto a che serve? Dopo un paio di sinistri le assicurazioni non ti assicurano più, e basta guardare le facce di poliziotti e carabinieri quando presenti certe denunce per capire che stai perdendo tempo tu e lo stai facendo perdere anche a loro.

Ma tornando a Monte San Savino e a Fredy Pacini, nell’ultimo assalto al suo capannone di Via della Costituzione, Fredy è sceso dalla branda dove dorme e pistola alla mano ha affrontato i due delinquenti arrivati per rapinarlo. Ha sparato 5 colpi, 2 dei quali andati a segno su uno degli aggressori, il moldavo 29enne Vitalie Tonjoc, colpito a un ginocchio e alla coscia, dove sfortuna ha voluto che il proiettile tranciasse l’arteria femorale uccidendolo di emorragia in pochi momenti, giusto il tempo preso da Fredy per telefonare alle forze dell’ordine e farle accorrere.

Naturalmente, il primo provvedimento del pm è stato quello di indagare il gommista per “eccesso di legittima difesa”, e stiamo sempre nella stessa situazione: la vittima si difende a casa sua o nella sua attività e siccome una volta tanto il morto è uno dei banditi, la vittima si becca la denuncia. Chissà se quando il ddl sicurezza entrerà in esecuzione le cose andranno meglio? Noi, nelle analisi fatte al testo del decreto, vi abbiamo evidenziato le criticità e i limiti della nuova legge ma, comunque, speriamo che peggio di così non sia.

Intanto, partono i rilievi balistici nella scena del delitto, mentre Fredy e famiglia vengono allontanati dalla loro casa per motivi di sicurezza. E per chiedere sicurezza a Monte San Savino è sceso in piazza tutto il paese, che ha sfilato nelle viuzze medievali inneggiando a Fredy e chiedendo sicurezza, legalità e protezione per i cittadini. Si sono raccolti anche 4000 euro per Fredy e famiglia, che con il capannone sotto sequestro non hanno più nemmeno mezzi di sostentamento.

Comunque, come sempre avviene quando l’inquisito è un italiano, e sembra quasi che i giudici non vedano l’ora di rinviarlo a giudizio e magari di portelo condannare, le indagini partono a tamburo battente. Se nonché dalle indagini viene fuori che il morto non si chiama Tonjoc Vitalie, ma Mircea Vitalie, e che sul passaporto si era fatto mettere il nome della moglie. Il moldavo non era incensurato in Italia, ma latitante, in quanto colpito da ordine di carcerazione della Procura di Milano. Numerosi i precedenti penali per furto per Mircea, alcuni specifici riguardanti biciclette di valore, rubate in Italia e rivendute in Moldavia. E’ da dire che era un tipo sincero: durante uno dei fermi subiti in Italia, chi lo interrogava e gli chiedeva perché fosse venuto nel nostro Paese, lui candidamente aveva risposto “per rubare”.

Adesso, a Fredy Pacini non resta che attendere i risultati dell’ autopsia che serviranno a chiarire meglio come si sono svolti i fatti. Richieste del pm, mentre a noi poco interessa. Restiamo fermi al’idea che la legittima difesa sia sempre legittima…

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RK Montanari
RK Montanarihttps://www.lavocedelpatriota.it
Viaggiatrice instancabile, appassionata di fantasy, innamorata della sua Italia.

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